CASERTA – Ci mancava solo Nitto Palma. Non contento della marea di polemiche in cui sta affogando il Pdl casertano, il commissario regionale sveste i panni del mediatore, che se avesse un minimo di buonsenso gli dovrebbero calzare a pennello, e indossa quelli del guerrafondaio.

Nel mirino dell’ex Guardasigilli finisce Mario Landolfi, sub commissario regionale del partito, reo di aver nutrito dubbi sulla legittimità della convocazione del congresso provinciale del Pdl, convocato in un primo momento per il 29 settembre, poi slittato al 6 ottobre (siamo orami a una decina di rinvii).

Grave la “colpa” di Landolfi: “Non mi risulta che l’indizione dell’assise provinciale sia stata autorizzata dagli organi statutariamente competenti”, aveva dichiarato il deputato casertano. Aggiungendo: “Mi risulta, anzi, che di tale ipotesi di convocazione siano all’oscuro sia uno dei due coordinatori nazionali, sia il corresponsabile del settore organizzazione, Marco Martinelli”.

Una posizione apparsa inaccettabile a Nitto Palma che, coprendosi di ridicolo con l’annuncio dell’ennesimo slittamento del congresso (come già detto, dal 29 settembre al 6 ottobre), aveva replicato a stretto giro di posta: “Il segretario politico nazionale del Pdl, Angelino Alfano, ha autorizzato la celebrazione del congresso provinciale di Caserta per la data del 29 settembre, con buona pace di chi aveva sollevato dubbi al riguardo”.

Tralasciando la farsa delle convocazioni seguite puntualmente dalle “sconvocazioni” che più che far ridere fa venire da piangere agli stessi esponenti del Pdl, anche perché non si capisce il motivo per cui ci si ostini a convocare il congresso quando non ci sono le condizioni politiche per celebrarlo, quello che più sorprende è la reazione scomposta di Nitto Palma.

Il commissario regionale di un partito, proprio in quanto commissario, dovrebbe adoperarsi per riportare la pace in un Pdl, quello casertano, in preda a irrefrenabili impulsi autodistruttivi (vedi la tragicommedia della giunta provinciale). L’ex ministro della Giustizia, invece, impugna la sferza per scudisciare Landolfi. E scrive un altro capitolo della saga “Pdl, una guerra tra bande”, senza rendersi conto di gettare altro discredito su un partito che in termini di credibilità ha raggiunto il suo minimo storico.

Come dare torto Marco Cerreto e Gimmy Cangiano, componenti del coordinamento provinciale del Pdl di Caserta, i quali hanno fatto notare come sia “stupefacente che un commissario regionale annunci un evento così importante come la celebrazione di un congresso provinciale in maniera tanto confusa quanto inutilmente polemica”. “Di solito – hanno giustamente osservato Cerreto e Cangiano – un dirigente politico, specie se estraneo al territorio, tenta di unire e non si diverte a dividere. Appare fin troppo chiare che il primo a non volere soluzioni unitarie è proprio lui”.

Elementare, no? Spiegatelo a Nitto Palma.

Mario De Michele

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui