SAN NICOLA LA STRADA – “Condividiamo ampiamente l’iniziativa del “Reddito Minimo Garantito” che ci vede come il primo partito promotore, in quanto, esso ha la duplice funzione: ridare dignità a tutti i cittadini e far ripartire l’economia reale immettendo maggior liquidità che si traduce in maggiori consumi e maggiore produzione dei beni di consumo”. È quanto ha affermato Antonio D’Andrea, Coordinatore cittadino di Sinistra Ecologia e Libertà, che è partito autonomo dalla Federazione di Sinistra, commentando la presentazione della proposta di iniziativa popolare di un referendum che istituisca il Reddito Minimo Garantito.
“Quindi questo “diritto” – ha aggiunto si tradurrebbe in un vantaggio per tutta la Nazione. Inoltre, anche noi partiremo su tutto il territorio nazionale dal 13 ottobre p.v. alla raccolta firme per questa iniziativa e anche per i due quesiti referendari sull’abrogazione delle modifiche apportate all’art.18 dello Statuto dei Lavoratori sia dal Governo Berlusconi che dal Governo Monti”. I beneficiari del reddito minimo garantito sono tutti quegli individui (inoccupati, disoccupati, precariamente occupati) che non superino i 7.200 euro annui. Devono essere residenti sul territorio nazionale da almeno 24 mesi; devono essere iscritti presso le liste di collocamento dei Centri per l’impiego. L’ammontare individuale del beneficio del reddito minimo garantito è di 7.200 euro annui, pari a 600 euro mensili. Ma anche il referendum per il ripristino dell’art. 18 è una lotta di libertà. Scaduto il termine per il pagamento della 2^ rata IMU, iniziate le procedure per regolarizzare gli immigrati irregolari ed iniziati gli acquisti per i libri scolastici, le famiglie italiane, incominciano a preoccuparsi vivamente per il costo della vita, sempre in aumento, e per la disoccupazione che aumenta continuamente, non essendo causato, come affermato da Monti, dall’art. 18, ormai già da due mesi modificata. Mentre i vari cosiddetti politici locali continuano a potenziare il turismo politico, mai affrontando le tantissime problematiche amministrative o dando un loro contributo alla crisi economica imperante, il Presidente Monti cerca di dare un altro colpo allo Statuto dei Lavoratori giustificando addirittura l’eliminazione dell’art. 18, ritenuto da lui improvvisamente causa delle non assunzioni, che – tra l’altro e nel frattempo – sono continuate a diminuire. A tale proposito, D’Andrea e Sel invitano i cittadini ed i suoi aderenti a firmare il Referendum in modo che l’art. 18, unico baluardo ai licenziamenti ingiustificati, possa essere reintegrato come prima nella Legge 300/70 e per l’introduzione del Reddito Minimo Garantito.
Nunzio De Pinto