NAPOLI – I finanzieri del comando provinciale di Napoli hanno sequestrato disponibilità finanziarie riconducibili alla famiglia camorrista dei Vaccaro per un controvalore di circa 1,5 milioni di euro. L’operazione di servizio, svolta nell’ambito di attività di indagine delegate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli,
trae origine dall’operazione di polizia denominata ‘Hermes’, che ha consentito di individuare una vasta organizzazione realizzata dall’imprenditore Renato Grasso e dalla famiglia Vaccaro, messa a disposizione – secondo quanto evidenziano alla Guardia di Finanza – della camorra napoletana, del clan dei Casalesi e della mafia siciliana e dedita all’acquisizione, costituzione e gestione illecita di imprese operanti nel settore dei giochi pubblici e delle slot machine illegali. In tale ambito, era già stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 34 persone con il sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di 155 milioni di euro. Nei giorni scorsi, in prosecuzione di approfondite indagini finanziarie sotto il coordinamento della autorità giudiziaria, i finanzieri del comando provinciale partenopeo hanno eseguito ulteriori sequestri nei confronti di appartenenti alla famiglia Vaccaro (in particolare di Luigi Vaccaro, detto ‘O’ Nironé e dei suoi fratelli, inseriti nel clan Giuliano di Forcella prima e dei Mazzarella poi), i quali – come emerso dalle indagini – avevano un ruolo egemone sul quartiere Vasto-Arenaccia del capoluogo partenopeo e operavano congiuntamente alla famiglia Grasso nel settore dei video poker e di altri apparati di intrattenimento elettronico. In particolare, attraverso le indagini bancarie sono stati scoperti rapporti bancari e disponibilità finanziarie di pertinenza dei Vaccaro ma intestate formalmente a vari loro prestanome, costituite da giacenze di conti correnti e conti deposito a risparmio. E ancora, da carte di credito prepagate, dossier titoli, polizze assicurative, depositi di risparmio, partecipazioni a fondi comuni di investimento, libretti di deposito e altri prodotti finanziari. Complessivamente le disponibilità finanziarie sottoposte a sequestro ammontano a 1,5 milioni di euro, essendo stata dimostrata la loro intestazione fittizia e la netta sproporzione con la situazione reddituale dei soggetti coinvolti, a loro volta denunciati all’autorità giudiziaria.