Non c’e’ pace per la Foxconn. Oggi l’impresa taiwanese ha smentito che nel suo stabilimento di Zhengzhou, nella Cina centrale, sia in corso uno sciopero che ha bloccato la produzione di iPhone 5 in un momento delicato per la Apple, che sta faticando a far fronte agli ordini per il suo nuovo smart-phone.

Ma secondo la notizia diffusa dal China Labor Watch, fondato nel 2000 a New York da esuli cinesi, tre-quattromila operai della fabbrica di Zhengzhou sono in sciopero da lunedi’ scorso per protestare contro i controlli di qualita’ troppo severi e per non aver potuto godere di vacanze nella ‘settimana d’oro’ legata alla festa della Repubblica. La Foxconn ha un milione di dipendenti che in gran parte lavorano nelle sue fabbriche in varie regioni della Cina, dove vengono prodotte componenti per la Apple e per altre importanti aziende di elettronica come la Sony, la Hewlett Packard, la Nokia e la Dell. Spesso e’ stata al centro di proteste per le dure condizioni di lavoro imposte ai suoi operai, in maggioranza immigrati dalle regioni piu’ povere della Cina. Nel 2010 e’ salita alla ribalta perche’ 18 dei suoi dipendenti si sono tolti la vita, facendole acquisire il macabro soprannome di ”fabbrica dei suicidi”. Alla fine di settembre, la sua fabbrica di Taiyuan, nel nord della Cina, ha dovuto chiudere per qualche giorno in seguito ad una megarissa tra operai e guardiani. Oggi il quartier generale dell’azienda, che e’ il braccio commerciale della Hon Hai Precision Industry Co, una multinazionale dell’ elettronica basata a Taiwan, ha smentito in un comunicato che sia in corso uno sciopero e che la produzione di iPhone 5 rischi di essere bloccata. L’azienda ha ammesso che sono sorti dei ”problemi” con ”alcuni gruppi di lavoratori”, aggiungendo pero’ che sono stati risolti all’inizio della settimana. ”Le notizie secondo le quali c’e’ stato uno sciopero dei dipendenti non sono esatte. Non c’e’ stata alcuna interruzione del lavoro nello stabilimento in questione (quello di Zhengzhou, ndr) ne’ in altri impianti della Foxconn, e la produzione prosegue secondo i programmi”, si legge nel comunicato. China Labor Watch, che in passato si e’ rivelato attendibile, ha sostenuto di aver avuto la notizia dagli stessi lavoratori in sciopero. Alcuni di loro avrebbero precisato di non essere in grado di rispettare i rigidi criteri di qualita’ senza un periodo di addestramento e di aver voluto protestare per non aver avuto neanche un giorno di ferie in occasione della festa della Repubblica.

 

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