Il trolley, un elmo e una stretta di mano. Nella fantasia dei vignettisti della Sueddeutsche Zeitung, Angela Merkel, che domani vola ad Atene, farebbe meglio a prendere qualche cautela in più, vista la piazza incandescente che l’attende. Una piazza che sempre più spesso associa la cancelliera addirittura al Fuhrer. Corazza a parte – e probabilmente avrà più bodyguard del solito (secondo le indiscrezioni di Bild) – la Bundeskanzlerin non porta ad Antonis Samaras alcun ‘regalo’.
Solo la buona intenzione di dare un messaggio di incoraggiamento ai greci. Ad Atene infatti la cancelliera, che ha accettato un invito rivoltole dal premier greco nei mesi scorsi, va per riconoscere gli sforzi fatti dalla popolazione e dal governo attuale per uscire dalla crisi del debito. E ai tedeschi – die Welt oggi apprezzava il ‘coraggio’’ di Frau Merkel nell’affrontare questo viaggio – non sembra affatto poco. “Questo viaggio non serve a portare dei regali”, ha detto a chiare lettere il leader dell’Unione (Cdu-Csu) Volker Kauder. Mentre è il portavoce del governo Steffen Seibert ad aver assicurato ancora una volta che Berlino si attiene al Memorandum: la cornice che prevede le condizioni in cambio degli aiuti, entro cui sono state calcolate le risorse su cui potrà contare ancora la Grecia, (in attesa della prossima tranche di 31 miliardi di euro). E del Memorandum, ha risposto in conferenza stampa Seibert a chi glielo chiedeva, fanno parte anche gli impegni presi sui tempi di realizzazione delle dolorose riforme. Stando alla presentazione ufficiale della visita di domani, insomma, nulla cambia nella linea tedesca. E l’incontro con Samaras non potrà eludere il rapporto della Troika che, a novembre dirà a che punto siano le riforme elleniche, fornendo le basi per procedere ai prossimi pagamenti. Che i nodi su Atene non possano sciogliersi, lo ha ribadito anche il ministro delle Finanze Wolfgnag Schaeuble: “Solo quando avrà rispettato i suoi impegni potrà avere altri fondi”, ha detto alla radio Rbb. “La Grecia non dovrà diventare un pozzo senza fondo”. La visita della cancelliera ad Atene, la prima da quando è esplosa la crisi che proprio qui ha il suo punto nevralgico, ha però un valore non solo simbolico: la cancelliera vuole esprimere il suo riconoscimento per gli sforzi e i passi avanti fatti dalla Grecia, “che meritano tutto il nostro rispetto”, ha detto Seibert. Merkel vedrà il premier, il presidente Karolos Papoulias e una serie di imprenditori greci e tedeschi. Non è previsto, invece, un incontro con i sindacati. Che saranno in piazza a manifestare contro la linea dura della Germania. La visita ad Atene “é un chiaro segno di solidarietà ” ha detto il segretario generale della Cdu Hermann Groehe. In piena campagna elettorale attacca, invece, l’opposizione: questo viaggio arriva troppo tardi, secondo il delegato al Bilancio dell’SPD Carsten Schneider: “Non è stato opportuno impartire consigli dalla scrivania di Berlino”. C’é anche chi ha ripetuto, anche oggi, che Atene dovrebbe uscire dall’euro. Lo ha fatto l’esponente della Csu bavarese Markus Soeder, più volte criticato anche all’interno della scena politica tedesca per le sue uscite populiste contro la Grecia. E su questa linea si è spinto ancora una volta il capo dell’Ifo, l’economista Hans-Werner Sinn: “Dobbiamo smetterla di dipingere l’eventuale uscita dall’euro come una catastrofe”. Al contrario, un ritorno alla vecchia valuta permetterebbe a un paese membro in difficoltà di svalutare la sua moneta e di tornare rapidamente competitivo. Non è quello che dirà Frau Merkel domani.