NAPOLI – «A fronte dello straordinario lavoro di forze dell’ordine e magistratura nella lotta alla camorra, ribadiamo una forte preoccupazione sul tema del riutilizzo dei beni confiscati, a partire da Napoli e proprio dall’ottava municipalità» lo afferma il presidente della commissione beni confiscati della Campania Antonio Amato .

«A fronte di un percorso virtuoso, seppure temporaneo, di recupero del raccolto del terreno “Sopra i fuschi” a Chiaiano, l’unico terreno confiscato della città di Napoli, determinatosi grazie all’impegno dell’associazione del territorio “Resitenza”, con le pesche che saranno presenti anche nell’iniziativa “facciamo un pacco alla camorra”, l’ennesima riunione cui abbiamo partecipato questa mattina si è risolta con un nuovo sostanziale nulla di fatto per addivenire ad un’assegnazione immediata del bene. Persistono difficoltà di carattere burocratico e di individuazione del percorso da seguire che, nella sostanza, pur in attesa di un auspicabile bando pubblico, rischiano di far tornare il bene stesso nella situazione di abbandono di cui, fino a pochi mesi fa, avevano approfittato soggetti non autorizzati. Nel rispetto assoluto della trasparenza» afferma il Presidente Amato «chiediamo che comune e municipalità trovino un’immediata risoluzione che eviti l’ennesimo abbandono. Quel terreno sui cui insistono un pescheto ma anche un vigneto di pregiata qualità,  può diventare simbolo di riscatto e opportunità di sviluppo. Noi faremo ancora da tramite con l’Agenzia Nazionale e gli altri attori coinvolti, ma serve una risoluzione concreta dei soggetti istituzionali che hanno responsabilità diretta. Purtroppo, sul tema dei beni confiscati si continua, su più livelli, a balletti di responsabilità che determinano assenza di azione concreta» conclude il Presidente Amato «a partire dalla giunta regionale dalla quale ancora si attende l’applicazione della legge 7/2012 sul riutilizzo del patrimonio sottratto ai clan, innanzitutto per la costituzione dell’osservatorio regionale sui beni confiscati e l’emanazione del bando di sostegno alle azioni di riutilizzo. Insomma, l’impressione è che su questo determinante versante del contrasto alla camorra, si continui a fare troppo poco e spesso a farlo anche male»

 

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