E’ fallito il pressing del Governo sulla Cgil per firmare l’accordo sulla produttivita’: l’intesa e’ stata siglata formalmente da imprese e sindacati ad esclusione dell’organizzazione guidata da Susanna Camusso che ha confermato le sue perplessita’ sul documento a partire per il rischio che comporta ”di riduzione dei salari reali dei lavoratori”. Di piu’: secondo il leader della Cgil l’Esecutivo continua a scaricare sul lavoro i costi e le scelte per uscire dalla crisi e questa e’ stata ”un’occasione persa”.
La numero uno di Corso d’Italia ha inoltre escluso, come auspicato dallo stesso premier Mario Monti, un’adesione a posteriori all’intesa. Il Governo ha invece apprezzato il lavoro svolto dalle parti e annunciato che ci sono le condizioni per confermare l’impegno sulle risorse stanziate nella legge di stabilita’ sulla riduzione fiscale del salario di produttivita’ (2,1 miliardi nel complesso). L’incontro e’ stato teso con la Cgil, che ha deciso di non scendere in conferenza stampa ma di organizzarne una nella sede di corso Italia, dove lo stesso segretario generale ha sottolineato come, a suo parere, nella sala Verde di palazzo Chigi, stasera regnava un’atmosfera di ”imbarazzo”. ”Il Governo – si legge invece nella nota di Palazzo Chigi – e’ convinto che l’intesa rappresenti un passo importante per il rilancio dell’economia, la tutela dei diritti dei lavoratori e il benessere sociale”. L’intesa inoltre – ha detto Monti – ”rende piu’ attraente il Paese per gli investimenti. Auspico vivamente la firma da parte della Cgil ma non dal punto di vista della validita’ dell’accordo. Stasera assistiamo alla nascita di un prodotto condiviso, completo e autosufficiente”. La Cgil, preoccupata per lo spostamento del baricentro sulla contrattazione aziendale che l’accordo prevede ha detto chiaramente al Governo che la strada scelta ”e’ sbagliata”. E’ ”un altro intervento che aumenta la recessione”, ha detto Camusso. Il Governo ha preso atto delle decisioni della Cgil e si e’ augurato che ci sia, ha detto Monti, ”non un ripensamento ma una evoluzione del pensiero”. ”Nessuno pensi – ha aggiunto il premier – ci sia stato l’intento di isolare alcuni rispetto ad altri”. Nell’accordo sulla produttivita’ a partire dalla valorizzazione della contrattazione di secondo livello ci sono ”cose molto concrete” per il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera che si e’ detto convinto che l’accordo portera’ con se ”piu’ salario e piu’ occupazione”. Dello stesso avviso e’ il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni tra i primi a dire si’ all’accordo gia’ sabato scorso mentre la Uil ha atteso lunedi’ chiedendo al Governo impegni precisi sul mantenimento della detassazione del salario di produttivita’ al 10%. ”Siamo soddisfatti – ha detto Bonanni – siamo riusciti a definire quello che serve per ridare slancio al Paese. Si da’ forza ai salari”. Secondo Angeletti l’accordo e’ utile per ”uscire dalla trappola nella quale siamo caduti dagli anni Novanta di bassa produttivita’ e bassi salari” e dovrebbe essere d’aiuto per l’aumento delle retribuzioni. Sulla stessa linea il nuero uno dell’Ugl, Giovanni Centrella, l’intesa portera’ piu’ posti di lavoro e salari piu’ alti”, ha detto. La Confindustria, dispiaciuta per la mancata firma della Cgil, con il presidente, Giorgio Squinzi ha sottolineato l’intesa sia ”un elemento nuovo nelle relazioni industriali” e come si apra ora una ”nuova fase di sviluppo e occupazione”. Rete imprese con il presidente di turno Giorgio Guerrini ha parlato di ”buon accordo” mentre il presidente di Alleanza delle cooperative Luigi Marino ha parlato di piccolo passo nella giusta direzione”.