NAPOLI – Stamattina, presso il carcere di Poggioreale, si è tenuta una manifestazione organizzata dalla Associazione radicale “Per la Grande Napoli” con l’obiettivo di sostenere la mobilitazione nonviolenta lanciata da Marco Pannella e dal Partito Radicale: quattro giorni di sciopero della fame collettivo nelle carceri, con battitura delle sbarre seguita da silenzio, per riconquistare il diritto di voto dei detenuti e per l’amnistia.
Sono oltre trentamila le adesioni al digiuno arrivate da tutte le carceri del Paese. A Napoli, decine di militanti radicali e familiari dei detenuti del carcere, con cartelli, striscioni e cori sono stati presenti dalle ore 9.00 alle 13.00 davanti la struttura penitenziaria napoletana, simulando con pentole e stoviglie “la battitura delle sbarre”, per rilanciare la lotta dei detenuti all’interno, oscurata dalla quasi totalità di televisioni e giornali. Luigi Mazzotta, segretario dell’associazione radicale “Per la Grande Napoli” ha dichiarato:” Nel corso di oltre 18 mesi di lotta per una giustizia giusta, abbiamo avuto modo, attraverso le visite ispettive fatte all’interno della struttura, di far conoscere e denunziare le disumane condizioni di detenzione, la assoluta mancanza di assistenza sanitaria, l’inesistenza di percorsi di recupero per i detenuti del carcere di Poggioreale.
Alla manifestazione di stamattina è ancora aumentata la presenza di familiari dei detenuti, che rifiutano le condizioni in cui sono trattenuti i loro cari e chiedono dignità anche per loro stessi, costretti ogni mattina a lunghissime file tra enormi disagi per poter accedere ai colloqui”. Rodolfo Viviani, della Direzione Nazionale di Radicali Italiani ha dichiarato:”In Italia ci sono oltre dieci milioni di procedimenti giudiziari arretrati. Siamo lo Stato europeo con il maggior numero di condanne per violazione della Convenzione dei diritti dell’uomo, soprattutto per irragionevole durata dei processi e per le condizioni delle nostre carceri. I provvedimenti del Ministro Severino finora sono risultati inadeguati o inefficaci. Senza un Amnistia e Indulto non sarà possibile avere giustizia per i cittadini e il ripristino della legalità nelle carceri. Chiediamo inoltre che sia garantito il diritto di voto, finora negato nei fatti, vista la bassissima percentuale di detenuti che di solito esercita questa facoltà, a causa di inadeguatezze strutturali e inutili complicazioni burocratiche.”