Con una mossa che ha colto del tutto di sorpresa il sistema politico israeliano nella imminenza delle elezioni del gennaio 2013, il ministro della difesa Ehud Barak (71) ha oggi annunciato la propria volonta’ di lasciare la politica attiva. Le dimissioni entreranno in vigore, ha precisato, con la costituzione di un nuovo governo, dopo il voto: ”presumibilmente, fra tre mesi”. Dopo di che aprira’ una nuova pagina dandosi ”agli studi, alla scrittura e magari ai viaggi”.

Ex leader del partito laburista, oggi alla guida di una piccola formazione centrista (Atzmaut), Barak viene egualmente considerato come l’uomo politico piu’ influente in Israele dopo lo stesso premier Benaymin Netanyahu: dunque un personaggio-chiave, in particolare nello sforzo di Israele di contrastare i progetti atomici iraniani. La sua repentina uscita dalla scena politica lascia aperto un notevole vuoto politico. In un primo commento Netanyahu ha espresso grande apprezzamento per il contributo di Barak alla sicurezza del Paese: sia da quanto comandava le unita’ speciali, poi da capo di Stato maggiore e anche da primo ministro (2000-1). Parole di rammarico sono giunte da diverse formazioni politiche. Notevole soddisfazione e’ stata manifestata invece a Gaza da Hamas e dalla Jihad islamica che vedono nelle sue dimissioni ”la conferma definitiva della vittoria della resistenza palestinese” nella recente Operazione Colonna di Nuvola, conclusasi dopo otto giorni di combattimenti con un cessate il fuoco. Nel frattempo il sistema politico israeliano cerca di trovare nuovi equilibri. Il Likud prosegue anche oggi le elezioni primarie, dopo che il voto iniziato ieri e’ stato disturbato da ripetuti intoppi. Nell’area centrista si attende peraltro di conoscere se due ex-dirigenti di Kadima – Ehud Olmert e Tsipi Livni – abbiano intenzione di candidarsi. La loro decisione dovrebbe essere annunciata a giorni.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui