CASTEL MORRONE – Votando a maggioranza in Consiglio comunale una irresponsabile pregiudiziale di inammissibilità, l’Amministrazione di Pietro Riello dimostra di non voler restituire le somme riscosse indebitamente a causa di un autovelox installato con stupefacente disinvoltura sul territorio del limitrofo Comune di Capua.

E’ bene precisare che questa tenacia nel voler difendere una riscossione illecita, comporta indirettamente l’avallo dell’arricchimento altrettanto illecito, dell’ordine delle centinaia di migliaia di euro, conseguito dalla  società privata che dal 15 maggio 2008 al 5 agosto 2009 ha gestito  l’autovelox “pirata” per conto del Comune di Castel Morrone. Nel periodo indicato, grazie ad un autovelox installato incredibilmente nel territorio di Capua, il Comune di Castel Morrone irrogava svariate migliaia di sanzioni. La cifra riscossa su presupposti irregolari è dell’ordine di centinaia di migliaia di euro. Molti tra gli automobilisti ingiustamente sanzionati, già hanno opposto ricorso presso il Giudice di Pace per  ottenere la restituzione di quanto ingiustamente pagato. Questi ricorsi facevano scaturire delle sentenze che condannavano il Comune di Castel Morrone alla restituzione di quanto indebitamente riscosso. Ad ogni condanna, l’onere per il Comune è risultato ulteriormente gravato dalle spese processuali in misura abnorme: a fronte di 160 euro incassati per ogni multa, il Comune ne ha dovuti restituire circa  900 euro. Le motivazioni poste a fondamento delle sentenze innanzi richiamate e la giurisprudenza corrente non lasciano dubbi sulle responsabilità del Comune di Castel Morrone. Se, così come sembra, le richieste restitutorie dovessero proliferare, il Comune di Castel Morrone rischierebbe la bancarotta, il default amministrativo. I Consiglieri dell’Unione Civica ritengono inoltre moralmente inaccettabile che il Comune, pur avendo consapevolezza dell’irregolarità del posizionamento dell’apparecchio autovelox, non si attivi spontaneamente per restituire le somme che ha incamerato senza averne titolo. E c’è poi un altro aspetto della questione che invoca giustizia. Una quota parte delle somme percepite illegittimamente, il 42%, è stata corrisposta quale aggio alla società affidataria del servizio di rilevazione delle infrazioni. In tutta coscienza, questa è una circostanza il cui permanere risulta intollerabile. Per evidenti quanto elementari ragioni di giustizia, è indispensabile che il Comune proceda al più presto al recupero delle somme versate a questa ditta privata. Anche questa vicenda ci dice che il sindaco Pietro Riello invece di servire gli interessi dei cittadini sembra che abbia come unico scopo quello di vessarli e di spremerli per bene. Ma questa volta ha veramente esagerato! Questo furore vessatorio, oltre che reggersi su presupposti illegali, ha finito per mietere vittime anche tra cittadini di altri Comuni.

 

 

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