Il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, è atterrato poco fa a Herat per una visita lampo ai militari italiani in Afghanistan. Accompagnato dal generale Marco Bertolini, comandante del Coi, la struttura per la difesa che gestisce tutte le operazioni “fuori area”, Di Paola ha ricevuto un aggiornamento della situazione sul territorio dal generale Dario Ranieri,comandante del contingente italiano e della regione ovest della missione Isaf della Nato.

Quindi,in elicottero si è diretto nella base di Bala Boluk. Oltre 300 militari italiani torneranno dall’Afghanistan entro la fine dell’anno e il contingente schierato nell’ovest del Paese, oggi a quota 3.332 scenderà a circa 3.000. Lo ha detto il generale Dario Ranieri, comandante del contingente, in un briefing col ministro della Difesa Giampaolo Di Paola. “Dal 22 dicembre il contingente dell’ovest scenderà a circa 3 mila uomini”, ha detto il generale Ranieri, spiegando che la programmata riduzione va di pari passo con il processo di transizione, cioé il passaggio della responsabilità della sicurezza dalle forze Nato a quelle afgane. Nella regione occidentale la transizione é cominciata in 30 distretti su 43 e il ruolo dei militari italiani è sempre più quello di assistenza alle forze locali e addestrativo, più che operativo in senso stretto. Insieme al rimpatrio degli uomini prosegue anche quello dei mezzi, uno sforzo logistico imponente: da settembre sono stati riportati in Italia, via aereo e via nave, 187 veicoli e 153 container, pari ad oltre due chilometri lineari, il 10% del totale. “Si tratta di uno sforzo importante anche da un punto di vista finanziario”, sottolinea il ministro Di Paola, spiegando il perché nel decreto di rifinanziamento delle missioni l’Afghanistan ha un peso sempre rilevante, nonostante la contrazione di uomini.

 

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