L’aumento dell’Iva deprime i consumi e svuota il carrello della spesa. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, secondo cui i rincari sulla benzina aumentano le spese di trasporto dei prodotti dal campo alla tavola, con il rischio di un calo dell’1,5% dei consumi alimentari; senza poi contare le conseguenze su vino e spumanti, caffè, bevande gassate e succhi di frutta, che invece sono coinvolti direttamente dall’aumento dell’imposta e per i quali i consumatori dovranno sborsare complessivamente tra i 25 e i 30 milioni di euro in più.
Anche se la maggioranza degli alimenti è stata risparmiata dall’incremento dell’Iva, spiega la Cia, le ripercussioni sul settore ci sono comunque; in Italia, infatti, i prodotti alimentari viaggiano su gomma nell’85% dei casi e quindi l’aumento delle spese di trasporto dovute a quello dei carburanti, andrà a pesare sui listini al supermercato, spingendoli in alto. L’Iva maggiorata, ribadisce la Cia, non è una soluzione alla crisi, anzi allontana la ripresa; il Paese corre il pericolo di pagare un conto pesantissimo e, per colpa di provvedimenti come questo, la manovra rischia di produrre un effetto contrario a quello che tutti auspicano: la recessione.