“Bersani e Monti devono competere ma senza spirito distruttivo. L’alleanza di riformismi diversi è necessaria per isolare suggestioni populiste”. Per l’ex segretario del Pd Walter Veltroni, il premier deve rimanere un interlocutore dei democratici e non trasformarsi in un nemico. Tuttavia, osserva in un’intervista a Repubblica, il Professore “commette un errore alimentando una specie di equidistanza tra destra e sinistra che non è giusta storicamente e neanche nell’attualità, visto che è stato il Pdl a sottrarre il sostegno al suo governo”.

“L’equilibrio è affidato alle parole di tutti. La campagna deve essere affrontata con la necessaria intelligenza politica, cosa che Bersani mi pare stia facendo, altrimenti il pericolo è che il Paese resti fermo, e lo stallo equivale oggi a una caduta”, avverte Veltroni. “Dio ci scampi da un’altra campagna che veda contrapporsi stancamente Berlusconi e l’antiberlusconismo. Siamo fermi da decenni, con una vita politica e pubblica che si è costruita attorno a questo binomio”, mentre “per come sta l’Italia occorre qualcuno che offra una soluzione positiva, investa sulla ragione e dia una speranza”, prosegue l’ex sindaco di Roma, secondo cui “il confronto deve essere tra riformismo e populismo. Bisogna tenere i nervi saldi, non cadere nella trappola di un meccanismo politico, mediatico e psicologico che é il terreno più agevole per Berlusconi”. Il Cavaliere “é un conservatore populista che da tempo ha gettato la maschera. Però non gli si può lasciare il tema del rinnovamento delle istituzioni”, aggiunge Veltroni. “Il tema lo dobbiamo porre noi del centrosinistra. L’obiettivo non può essere resistere, ma rischiare e innovare”.

 

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