La Banca d’Italia stima un calo del Pil del 2,1% nel 2012 e rivede al ribasso le previsioni per il 2013. Il Pil, si legge nel Bollettino Economico, scenderà dell’1% e non del 0,2% come stimato precedentemente per il “peggioramento del contesto internazionale e del protrarsi della debolezza dell’attività nei mesi più recenti”.
Il balzo dello spread di luglio 2011 e le manovre di correzione seguite per evitarne “un incontrollato peggioramento” hanno causato il -2,1% del Pil 2012, sottolinea Bankitalia, secondo cui il caro spread e il successivo aumento del costo del credito si sono ‘mangiati’ un punto di Pil. Un altro punto lo hanno eroso le manovre. Il Pil dell’Italia tornerà in crescita solo nella seconda metà del 2013, anno in cui il Pil chiuderà comunque in calo dell’1% e solo nel 2014 il prodotto sarà lievemente positivo (+0,7%). E’ quanto stima la Banca d’Italia che avvisa come sullo scenario pesino “ampi margini di incertezza”.
La svolta, secondo Via Nazionale, “sarebbe possibile dalla graduale ripresa degli investimenti, a seguito della normalizzazione delle condizioni di finanziamento, del recupero della domanda” e del clima di fiducia. “In Italia è indispensabile consolidare il riequilibrio dei conti pubblici e intensificare lo sforzo di riforma volto a rilanciare la competitività e a innalzare il potenziale di crescita”. Lo avvisa la Banca d’Italia, secondo cui le manovre di fine 2011 consentiranno di migliorare i saldi di finanza pubblica nel biennio 2013-14. “L’occupazione si ridurrà quest’anno (quasi l’1%) e ristagnerà nel successivo. Il tasso di disoccupazione aumenterà, riflettendo anche l’incremento delle persone in cerca di lavoro” toccando il 12% nel 2014. E’ quanto rende noto Bankitalia secondo cui nel 2014 ci sarà una stabilizzazione ma “non un’inversione di tendenza”.