Sulla vicenda dei dossier illegali arriva un nuovo colpo all’accusa. La Cassazione oggi ha infatti confermato la sentenza con cui a maggio dell’anno scorso il gup di Milano Mariolina Panasiti aveva prosciolto l’ex numero due del Sismi Marco Mancini e l’investigatore privato Emanuele Cipriani per il reato di appropriazione indebita ai danni di Telecom e Pirelli, reato che il giudice aveva ‘cancellato’.

Il verdetto della Suprema Corte che ha scagionato definitivamente l’agente dei servizi segreti, ritenuto uno dei protagonisti di questa ‘spy story’ italiana assieme all’ex capo della security delle due aziende Giuliano Tavaroli (aveva patteggiato la pena) e allo stesso Cipriani, ha bocciato una serie di ricorsi: quello della Procura e della Procura generale milanesi e quello delle stesse parti civili Telecom e Pirelli. ”Sono soddisfatto per il risultato – ha commentato l’avvocato Vinicio Nardo che, insieme al collega Francesco Caroleo Grimaldi, difende Cipriani – anche perche’ e’ stato confermato il lavoro fatto dal giudice dell’udienza preliminare che aveva interpretato il suo ruolo in modo sostanziale e non formale come capita di vedere”. Infatti il 28 maggio del 2010, dopo oltre un anno di udienza preliminare con tanto di incidente probatorio e un supplemento istruttorio con la citazione di testimoni tra cui il presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera, il gup Panasiti aveva deciso di prosciogliere in gran parte nel merito, ma anche per l’esistenza del segreto di Stato e per prescrizione, Mancini. Aveva invece mandato a giudizio 12 persone (il processo riprendera’ in Assise il prossimo 5 ottobre) tra cui Cipriani, Marco Bernardini, altro investigatore ed ex funzionario Sisde e Angelo Jannone, ex capo della sicurezza di Telecom Brasile. I primi due, altro punto nodale dell’ordinanza di allora e confermata adesso, insieme ad altri nove, erano stati prosciolti dalle accuse di appropriazione indebita in danno del gruppo Telecom-Pirelli ”perche’ il fatto non sussite”. Il che significava che il giudice aveva anche accolto la tesi di Cipriani, il grande accusatore del management, dei vertici delle due societa’ e di Tronchetti Provera, e che aveva sempre sostenuto di aver lavorato nell’interesse delle aziende. In piu’, cancellando l’appropriazione indebita, il gup non solo aveva diminuito le pene per alcuni imputati che avevano chiesto il patteggiamento, come Tavaroli e l’ex responsabile della sicurezza informatica di Telecom Fabio Ghioni, ma aveva anche assolto il commercialista Marcello Gualtieri, l’unico processato con rito abbreviato. Aveva invece accolto le istanze di patteggiamento di Telecom e Pirelli, in qualita’ di imputate in base alla legge sulla responsabilita’ degli enti. Infine il giudice un anno e mezzo fa aveva trasmesso gli atti alla Procura per valutare se esistessero o meno altri responsabili dell’attivita’ di dossieraggio illegale avvenuta nei confronti di esponenti del mondo economico, politico, finanziario e anche del giornalismo. Su questo capitolo l’inchiesta, per quanto si sa, e’ ancora aperta.

 

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