“Dopo l’espulsione di Cosentino, Dell’Utri e Papa, le liste del Pdl restano impresentabili. Tra indagati, imputati e condannati, i candidati impresentabili sono 27. Tra questi, tre devono vedersela con accuse che riguardano rapporti con mafia, camorra o ‘ndrangheta, sette con casi di corruzione. Gli altri? Vanno dal peculato al riciclaggio, dalla falsa testimonianza all’associazione per delinquere.

Ma se anche tutti questi signori non fossero nella lista, il problema di impresentabilità permarrebbe perché il primo a suscitare clamore è proprio il capolista al Senato”. E’ quanto si legge in un post pubblicato sul sito di Rivoluzione Civile – Lista Ingroia. “Il Fatto Quotidiano oggi ricorda che Silvio Berlusconi è stato condannato in primo grado a 4 anni per frode fiscale, è imputato in due processi per concussione, prostituzione minorile e violazione di segreto d’ufficio. Ha inoltre evitato molte altre condanne grazie alle amnistie (due volte), alla prescrizione (sette volte), alle leggi ad personam (due volte). Fino quando rimane, parlare di liste pulite è una barzelletta e un insulto ai candidati onesti. E non è un caso che persino il Governo Monti e i partiti che lo hanno sostenuto, che ancora oggi hanno nella loro compagine inquisiti, non abbiano mai varato una legge per le liste pulite. Ci penserà Rivoluzione Civile. Vogliamo eliminare il legame perverso che intreccia politica, mafie e malaffare”, conclude.

 

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