“Se gli italiani mi concedessero la maggioranza, farei riforme più incisive sulla competitività, sull’ occupazione e i giovani, che sono state frenate dalla sinistra, e sulla giustizia, come la legge anti-corruzione ma non solo, che sono state bloccate dalla destra. Alla riduzione dei costi della politica e delle spese dello Stato si sono opposti tutti. Metterei subito mano alla riforma della pessima legge elettorale”, che destra e a sinistra “non hanno voluto fare”.

Lo afferma il premier Mario Monti in una lunga intervista al Gazzettino in cui spiega le ragione della scelta “sofferta” di salire in politica e invita ad “abbassare i toni” della campagna elettorale. Dopo il governo tecnico “ho ritenuto che avrei tradito il mio Paese, con tutto quello che rimane da fare, se avessi deciso di stare fuori dalla mischia per puntare a salvaguardare il mio personale futuro”, dice Monti, secondo cui adesso sarebbe “opportuno concentrarsi sui contenuti della campagna elettorale. Gli italiani capiscono il bisogno di cambiamento perché sperimentano tutti i giorni i blocchi, le storture, le lentezze burocratiche che frenano lo sviluppo del Paese”, il quale, sottolinea, “ha bisogno di riforme radicali, non di divisioni vecchie e artificiose. In tema di alleanze, “si parla troppo del ‘con chi’ e troppo poco delle cose da fare. Prima devono venire l’agenda, il programma”, osserva il premier. “Noi corriamo per vincere, poi i ruoli di maggioranza o di opposizione saranno decisi dagli elettori. Ed è chiaro che non saremo mai alleati dei populisti, degli antieuropeisti, di chi vuole dividere il Paese tra nord e sud e di chi frena, in nome di difese corporative, riforme senza le quali l’Italia resta al palo”. Quanto al sostegno di Udc e Fli, “hanno intuito e denunciato prima di altri la crisi del sistema bipolare”, e sono stati “i sostenitori più coerenti di tutti i provvedimenti del mio governo”. Sulla riduzione delle tasse, “abbiamo spento un incendio appiccato da altri, e ora gli incendiari dicono agli italiani di prendersela con i pompieri. Ma non funzionerà, gli elettori sanno ricordare e valutare”, afferma Monti. “Con i conti in ordine, avendo allontanato il pericolo della bancarotta, si può ragionare realisticamente sulla riduzione graduale delle tasse. Io non prometto miracoli, né strizzo gli occhi agli evasori fiscali. Qualcuno dei miei competitori lo fa”. Nell’intervista, Monti dice di di non sentirsi democristiano. “E’ concettualmente sbagliato confondere cattolici e democristiani. Anche quando c’era la Dc non tutti i cattolici la votavano”.

 

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