Oltre 400 “terroristi” sono stati uccisi nelle ultime 24 ore attorno a Damasco dalle forze lealiste: lo riferisce stamani una fonte governativa anonima citata dall’agenzia ufficiale Sana, precisando che 268 miliziani sono stati uccisi nei sobborghi sud e altri 200 circa in quelli occidentali e settentrionali.
Secondo la fonte citata dalla Sana, i 268 “terroristi” (termine con cui i media ufficiali chiamano i ribelli) sono stati uccisi nella regione della Ghuta, in particolare a Beit Sahem e Harran al Awamid, località in prossimità dell’aeroporto internazionale di Damasco. “Altri 200 terroristi – prosegue la Sana – sono stati uccisi nella cittadina occidentale di Daraya e in quella settentrionale di Jawbar e Irbin”. Diverse fonti vicine ai ribelli avevano riferito ieri di una massiccia offensiva militare del fronte anti-regime attorno alla capitale. In particolare, le fonti facevano riferimento a scontri nel quartiere di Jawbar, che rappresenta il punto di ingresso per il controllo di piazza degli Abbasidi, in pieno centro moderno della città ma da oltre due anni di fatto militarizzata dalle forze lealiste. La Tv di Stato siriana e l’agenzia Sana hanno ribadito, ieri e oggi, che “nel centro di Damasco la situazione è tranquilla e la vita procede normalmente” e che sono “prive di fondamento” notizie si scontri nella capitale. La TV di Stato manda in onda di continuo da ieri un servizio “realizzato alle 15:30 del 6 febbraio in piazza Baramke”, nei pressi della sede centrale dell’agenzia Sana. Nel servizio, il reporter intervista diversi cittadini che assicurano che “non c’é niente”, che “non c’é traccia di bande di uomini armati”. La Gran Bretagna invitai propri concittadini a lasciare immediatamente la Siria “con qualsiasi mezzo”. L’appello è lanciato dal ministero degli Esteri, che parla di una minaccia terrorismo.