I carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci hanno individuato e arrestato due malviventi che il 18 ottobre del 2001, dopo una rapina all’ufficio postale di via Feronia, seminarono panico e terrore nel quartiere Tiburtino.

I due, un 31enne ed un 50enne, entrambi romani e pregiudicati, riuscirono a far perdere le loro tracce grazie ad una rocambolesca fuga e alle sparatorie ingaggiate dai loro complici con le forze dell’ordine. I militari hanno dato esecuzione a due ordini di carcerazione, emessi nei loro confronti dal Tribunale di Roma: dovranno scontare la pena di 14 anni e 5 mesi di reclusione per associazione per delinquere, tentato omicidio, sequestro di persona e rapina aggravata. Sono trascorsi 12 anni dal giorno della ‘guerriglia’, cosi’ come la definirono alcuni dei testimoni: all’epoca dei fatti, la banda, composta da 4 elementi, poco dopo mezzogiorno sfondo’ la vetrina dell’ufficio postale di via Feronia con una Jeep rubata e, armi in pugno, fecero piazza pulita delle casse, portando via, in un borsone, circa 50 milioni di lire. L’intervento in massa delle forze dell’ordine determino’ la rocambolesca fuga dei malviventi: nelle primissime fasi, un primo rapinatore fu bloccato dopo aver sparato una raffica di mitra contro le auto delle forze dell’ordine che gli sbarravano la strada in zona Santa Maria del Soccorso; un secondo, invece, blocco’ un autobus della linea ‘542’ in via dei Monti Tiburtini. A bordo del mezzo pubblico, prese in ostaggio una passeggera puntandole una pistola alla testa. Si vissero momenti concitati quando l’uomo, un 38enne romano, tento’ di allontanarsi facendosi scudo proprio con la donna. Ad un tratto, pero’, il malvivente scaravento’ a terra la donna iniziando a sparare contro carabinieri e poliziotti. Nel conflitto a fuoco fu ferito a morte. Due componenti della banda riuscirono comunque a fuggire rubando un’auto che, in seguito, fu rinvenuta dai Carabinieri con all’interno il borsone della refurtiva. Grazie a una meticolosa attivita’ di ricerca, i carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci li hanno raggiunti nelle rispettive abitazioni di Zagarolo e Roma, dove li hanno ammanettati. Dopo la notifica dei provvedimenti di carcerazione a loro carico, i rapinatori sono stati associati al carcere di Rebibbia, dove rimarranno a disposizione dell’Autorita’ Giudiziaria.

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