L’ospedale di Bergamo ridimensiona l’allarme per la scoperta del fungo aspergillo in Terapia intensiva e al repertimento di tracce del fungo su quattro pazienti deceduti negli ultimi giorni. In una nota emessa in serata, l’ospedale spiega che “l’analisi dei casi di pazienti deceduti in terapia intensiva non evidenzia collegamenti tra l’isolamento dell’aspergillo e i decessi.
L’isolamento dell’aspergillo, emerso in tre pazienti su quattro da controlli routinari e in assenza di sintomi, ha avviato rigorose procedure di controlli sia sui pazienti ricoverati in tutta l’area critica che sugli ambienti stessi, a partire dalla fine di gennaio. La sorveglianza sui pazienti ricoverati viene mantenuta e dalla fine di gennaio non si sono evidenziati altri casi di colonizzazione da aspergillo”. L’unico paziente che ha sviluppato dei sintomi era “un soggetto sottoposto a due trapianti, con grave rigetto cronico in corso e sottoposto a severa terapia immunosoppressiva. Il paziente presentava infezioni multiple, oltre a grave insufficienza polmonare che richiedeva assistenza respiratoria e a grave insufficienza renale”. Le analisi ambientali hanno evidenziato “la buona qualità dell’aria”, ma si è comunque dec iso di sostituire i filtri terminali, nonostante fossero stati installati solo due mesi fa. Sono poi state chiuse le bocchette d?aria della zona che collega l?area pazienti e l?area operatori. L’ospedale conclude ribadendo che “non vi è alcuna epidemia ma un nesso causale tra la presenza dell’aspergillo e i decessi”.