Con Mario Monti “in teoria un rapporto è possibile, ma fino a qui ho sentito solo critiche al Pd e assurde preclusioni nei confronti di Vendola”.

Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, ribadisce la tenuta della coalizione con Sel: “Tre milioni e 200mila persone hanno deciso che questa é l’alleanza di governo” ricorda in un’intervista a QN in cui sottolinea: “le critiche a Vendola mi irritano, la richiesta di liquidarlo mi offende”. Bersani non risparmia qualche appunto a Monti, a cominciare dalla visione elitaria della politica. “Io cerco di stare all’altezza degli occhi della gente mentre lui guarda le cose dall’alto”, dice. “Siamo diversi, io guido una forza popolare e tutti sanno che dopo Bersani ci sarà ancora il Pd, mentre mi chiedo cosa ci sarà dopo Monti così come dopo Berlusconi”. Il Professore e il Cavaliere, aggiunge, “hanno una comune tendenza al comando solitario”. Quanto alla possibilità che Monti diventi Capo dello Stato, “per il Quirinale occorre una figura di garanzia. Quando si ipotizzò un suo ruolo istituzionale al servizio del Paese, Monti aveva un profilo diverso. Ora ha cambiato veste, è entrato in politica”. Sulla crisi economica, “chi pensa di uscirne tirando fuori un coniglio dal cappello non ha capito come siamo messi. Io non dò titoli squillanti, ma so cosa fare”, assicura il segretario dei democratici. “Le direttrici saranno moralità e lavoro. Occorre dare risposte all’indignazione di tanta gente approvando a tambur battente delle norme in favore della sobrietà politica e contro la corruzione”. Per il lavoro, Bersani elenca cinque punti “per ottenere un segno più almeno nel 2014: dare liquidità alle imprese utilizzando anche la cassa depositi e prestiti ed emettendo buoni dedicati ai pagamenti della pubblica amministrazione; varare un piano di piccole opere pubbliche volto ad ammodernare scuole ed ospedali usando i fondi strutturali e riducendo le spese per la Difesa; alleggerire il piano di stabilità interno per dare ossigeno ai comuni; varare un piano di economia verde sulla falsariga delle ristrutturazioni edilizie a fini ambientali; realizzare la banda larga; riprendere in mano la politica industriale”. Sulla flessibilità, conclude, “il punto è incoraggiare la contrattazione decentrata trovando dei criteri per assicurare la partecipazione dei lavoratori”.

 

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