I due maro’ Massimiliano Latorre e Salvatore Girone potrebbero rientrare molto presto in Italia, anche per esercitare il diritto di voto nelle elezioni di domenica. Il presidente della Corte Suprema indiana Altamas Kabir esaminera’ domani una richiesta dei due fucilieri di poter usufruire di un permesso per rientrare una seconda volta in Italia, anche per avere la possibilita’ di votare domenica.

Si tratta della stessa corte che ha sentenziato che lo Stato del Kerala non ha giurisdizione sull’incidente in mare in cui furono coinvolti un anno fa i due fucilieri. La domanda – una Special Leave Petition (SLP-C) – e’ stata preparata in tutti i suoi dettagli in un clima ‘top secret’ e messa in agenda per domani (con il codice 1-D) nel tribunale n.1 presieduto da Kabir. Sara’ discussa nella sessione pomeridiana che comincia alle 14 locali (le 9,30 italiane). Latorre e Girone hanno ottenuto il 20 dicembre scorso dall’Alta Corte del Kerala una licenza di due settimane che e’ stata rigorosamente rispettata con il loro ritorno a Kichi il 4 gennaio. A quanto si e’ appreso la richiesta sara’ illustrata dall’avvocato Arish Salve, l’autorevole legale che ha sostenuto le ragioni dei maro’ lo scorso anno nella battaglia legale in Corte Suprema per ottenere il riconoscimento che sull’incidente in cui sono coinvolti la giurisdizione e’ italiana e non indiana. Ci sono voluti quasi quattro mesi e mezzo per la pubblicazione della sentenza di quel ricorso in cui si e’ salomonicamente deciso che, se da una parte effettivamente il Kerala non aveva giurisdizione sull’incidente avvenuto fuori dalle acque territoriali indiane, la stessa poteva pero’ spettare in linea di principio allo Stato indiano. Per questo il 18 gennaio scorso la Corte Suprema, rendendo noto il verdetto, ha chiesto al governo di costituire un tribunale speciale che riveda la questione della giurisdizione e, se del caso, successivamente processi Latorre e Girone. Si tratta di una iniziativa inedita in India che comporta che il ministero degli Esteri chieda a quello della Giustizia di designare i giudici per questo tribunale, e rimetta quindi il dossier al massimo tribunale indiano per una definitiva approvazione. Per il momento, ha appreso l’ANSA, questo iter non e’ ancora cominciato. Comunque, dopo la sentenza di gennaio i due militari italiani hanno lasciato Fort Kochi in Kerala, dove erano in liberta’ dietro cauzione, e si sono trasferiti nella capitale indiana, sotto tutela dell’ambasciata d’Italia e la supervisione della Corte Suprema. Ospitati in un piccolo edificio della rappresentanza diplomatica italiana, i due militari svolgono da un mese una attivita’ lavorativa, sono liberi di muoversi in citta’, con l’unica condizione che una volta alla settimana debbono firmare un registro nel commissariato del quartiere diplomatico di Chanakyapuri.

 

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