“Investire in conoscenza è la base della crescita culturale, economica e sociale del Paese” e il Pd propone “un Programma nazionale per il merito e il diritto allo Studio che ci porti in Europa anche da questo punto di vista”. Lo afferma in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera il leader del Pd Pier Luigi Bersani che, rispondendo all’appello lanciato ieri dai rettori alla politica per salvare l’Università, sottolinea come un ragazzo che rinuncia a studiare perché non può permetterselo “subisce una ferita profonda e irrecuperabile nei suoi diritti e nella sua dignità”.
E il suo “dramma riguarda tutti, perché ci segnala che l’ascensore sociale si è rotto. O lo ripariamo, oppure accettiamo un destino di ‘de-sviluppo’, di ignoranza diffusa e di iniquità sociale”. “Le ‘infrastrutture del futuro’ – dice Bersani – hanno bisogno delle risorse per una netta inversione di tendenza” dopo che “negli ultimi vent’anni istruzione e ricerca sono le uniche voci del bilancio calate drasticamente (-5,4%)”. Il Pd punta a “tasse universitarie progressive e riportate sulla media Ue, che significa ridurle nettamente”. Serve poi affrontare “la questione generazionale” “rimuovendo subito gli attuali vincoli al turnover e stabilendo modalità di accesso alla docenza trasparenti e rapidi”. Ferma restando “la massima rigidità sulle attività gratuite nell’università, perché il lavoro deve essere sempre retribuito e dignitoso per tutti”. E “oltre a modificare le norme sul diritto allo studio, reclutamento e governance, smantelleremo le norme antiautonomistiche per liberare gli atenei da una gabbia burocratica che ostacola anche il rapporto con imprese e territorio”.