Una donna di 66 anni, C.M. nata a Parigi, ma da anni residente a Torino, alla Crocetta, il quartiere piu’ lussuoso della citta’, si e’ uccisa questa mattina sparandosi un colpo di pistola nel bagno del bar storico Platti, tra l’indifferenza generale del folto pubblico. Lo storico caffe’, fondato nel 1875 e da allora marchio di eleganza e raffinatezza torinese, con sale affrescate, stucchi e boiseries, non e’ stato chiuso neppure per un attimo.
La consumazione di tartine, pasticcini alla francese, cappuccini e cocktail e’ proseguita normalmente tra avventori solo un po’ incuriositi e che cercavano in ogni modo di capire come si era uccisa la donna. In un primo momento la gente non aveva capito che quel rumore sordo sentito provenire dal bagno per i portatori di handicap era di un colpo di pistola. Poi alcuni ragazzi tra i baristi sono andati a vedere e hanno trovato la porta chiusa del bagno. Sono cosi’ stati chiamati i Vigili del Fuoco che hanno sfondato la porta, trovato il cadavere nel sangue e avvertito la polizia. La donna si era sparata alle tempie dopo aver messo in ordine portafoglio, documenti e borsa, in modo che fosse facile capire tutto. E dopo – e’ emerso – aver lasciato a casa, una lettera alla figlia residente in Francia. Per uccidersi ha usato la 38 special del marito defunto. ”Non ho chiuso il bar perche’ non mi e’ sembrato opportuno – ha detto la titolare Pierina Giani – si e’ trattato di una fatto certo grave, ma voluto dalla signora. Mi spiace molto, era una donna gentile che da anni la domenica faceva colazione da noi, si sedeva al tavolo, consumava, dava la mancia e usciva. Ma perche’ chiudere il bar? Aspettavo per pranzo 100 turisti in arrivo da Milano ed il locale era pieno di gente. Io devo pensare al locale, a pagare i dipendenti, e poi forse la signora avrebbe preferito questa riservatezza”.