AVERSA – Un’occasione irripetibile per cercare di risalire alle origini storiche della città di Aversa ma l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Sagliocco, irresponsabilmente, ha deciso di porre in essere il secondo ‘Sacco di Piazza Marconi’.

Il primo è datato 1924, quando il consiglio comunale di allora decise di abbattere il monastero delle Clarisse fondato nel 1499 per dar vita alla piazza che oggi rappresenta solo un grande parcheggio, peraltro degradato, dove ogni tanto si tiene una fiera.

Il sindaco e la sua giunta, per rispettarne i tempi, hanno cancellato dal Programma Più Europa (CLICCA QUI PER LEGGERE)l’intervento che al primo step prevedeva dei sondaggi archeologici e al secondo la realizzazione di un Parco Archeologico Urbano. Una scelta che ci ha fatto sobbalzare dalla sedia perché al termine della riqualificazione della storica piazza crediamo che nessuno avrà il coraggio e, soprattutto, i fondi per effettuare degli scavi che accertino se oltre alle fondamenta del monastero delle clarisse, con i suoi cunicoli, ci sono anche frammenti storici che possano testimoniare sia le origini etrusche di Aversa (Averze) che altri pezzi del primo insediamento normanno.

Eppure, leggendo la sintesi del Più Europa, questo doveva essere uno degli interventi più significativi del programma.  “L’intervento – è scritto – si realizza su quella che è la piazza principale della città, storicamente frutto di una delle più gravi lacerazioni inferte all’organicità del centro antico di Aversa. Originariamente l’area era occupata dal Monastero delle Clarisse, fondato nel 1499. Nel 1924, il Consiglio Comunale, decidendo la demolizione del Convento, da luogo all’attuale Piazza Marconi, con un’operazione di sventramento che mette in crisi l’assetto del nucleo originario della città, cancellando una cospicua parte dell’anello stradale circostante la cattedrale, e producendo uno spazio slabbrato e senza caratterizzazione architettonica.

Pertanto, il primo step della riqualificazione dell’area, ne prevede la mappatura al fine di avere una sufficiente conoscenza delle persistenze archeologiche, della loro consistenza, e qualità, diventando propedeutico a ciò che dovrà poi attuarsi nella successiva fase di riqualificazione. Data l’importanza dell’operazione per la valorizzazione anche simbolica del substrato archeologico, l’intervento è da configurare in stretta collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali Direzione Regionale ai Beni Culturali della Campania. Questo permetterà di garantire un’impostazione rigorosamente scientifica degli scavi archeologici, un’accelerazione dei tempi di realizzazione dell’intervento, e una corretta impostazione del secondo step della riqualificazione della piazza, che ne prevede, laddove ve ne siano i presupposti, la sistemazione come parco archeologico urbano”.

Tra l’altro vale la pena sottolineare che il rinunciare ai sondaggi archeologici porterà solo un risparmio di 250mila euro, perché, come è scritto, la realizzazione del Parco Urbano era subordinata al ritrovo di reperti.

Insomma, la giunta Sagliocco ha deciso che è meglio non cercare di sapere qualcosa in più della storia di Aversa. Citttà che si avvia ad organizzare i festeggiamenti per i propri mille anni di vita. Del resto la vocazione turistica della città è solo uno slogan da campagna elettorale come dimostra anche lo stato di casa Cimarosa .

Angelo Golia

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