CASTEL MORRONE – “Un servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che da mesi è svolto in modo discontinuo ed approssimativo, secondo un calendario improvvisato, ha ridotto il paese ad uno stato di indecenza inimmaginabile, mai raggiunto prima”. È quanto denunziano i consiglieri comunale di Unione Civica rivolgendosi direttamente ai cittadini morronesi.
“Ma nonostante questo disastro, i Morronesi continuano a pagare una Tarsu gravosissima” – proseguono gli esponenti della minoranza – “degna di un servizio di prim’ordine e figlia delle convenienze politiche di Pietro Riello che, ormai è chiaro a tutti, sono riuscite a produrre solo clientele e sprechi. Constatata la clamorosa incongruenza tra la qualità del servizio erogato ed il suo costo per i cittadini, il Gruppo Consiliare dell’Unione Civica, sulla base di considerazioni elementari di giustizia, ha formulato una interpellanza al Sindaco per sollecitarlo alla “Restituzione agli utenti di quota parte della tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU) per l’anno 2012, in misura proporzionale alle giornate di mancata erogazione del servizio da parte del Consorzio Unico di Bacino (CUB) Napoli-Caserta per il suddetto anno“. Nell’interpellanza si chiedeva, contestualmente, quali fossero in proposito gli intendimenti dell’Amministrazione al riguardo. L’interpellanza” – proseguono i consiglieri dell’Unione Civica – “ha avuto risposta nel Consiglio Comunale del 20 febbraio scorso e, nonostante l’innegabile buon senso della proposta dell’Unione Civica, il Vicesindaco, a nome di tutta l’Amministrazione, ha escluso la possibilità di un risarcimento. È come se il Sindaco & Co. avessero detto ai Morronesi: “Tenetevi pure l’immondizia per strada, pagate fino all’ultimo centesimo e tacete!”. Man mano che lo scandalo CUB mostra le sue dimensioni, con relativo strascico di lacrime per le famiglie dei lavoratori messe sul lastrico” – hanno tenuto a sottolineare – “appare sempre più chiaro che la scelta di questo consorzio (che all’epoca si chiamava ACSA/CE3) operata da Pietro Riello subito dopo il suo primo insediamento del 2006, fu dettata da ordini di scuderia politica e non dalla premura per la buona amministrazione e per gli interessi del paese. Rifiutando di restituire ai Morronesi quanto ingiustamente pagato per un servizio che si è rivelato sgangherato, Pietro Riello e il suo gruppo hanno gettato la maschera! Ormai nemmeno riescono più a dissimulare cosa intendano per “fare politica”. Per costoro” – hanno concluso – “la politica non è servizio e collaborazione, ma è solo lo strumento a sostegno del carrierismo rampante di chi vuole saccheggiare il territorio privatizzando i servizi, svendendo i beni comunali e cementificando ovunque a solo scopo speculativo”.
Nunzio De Pinto