Eletti, per alzata di mano, i capigruppo di Camera e Senato del Movimento 5 Stelle, rispettivamente Roberta Lombardi e Vito Crimi – anche se per regolamento l’operazione dovra’ ripetersi quando i due rami del Parlamento saranno ufficialmente insediati e si riuniranno i gruppi – i neo parlamentari si presentano ai colleghi riuniti in un albergo romano: uno ad uno sfilano davanti al microfono, mentre Beppe Grillo lascia l’hotel tra la ressa di giornalisti e cameramen.

La attesa diretta streaming della riunione dei grillini non aiuta a sciogliere i molti nodi che ‘pesano’ sulla fase post voto, in attesa che il Capo dello Stato – che oggi ha ricevuto il premier uscente Mario Monti – avvii le consultazioni. Grillo, almeno stando alla diretta, si e’ limitato a ribadire che il Movimento “andra’ avanti per la sua strada”. Una conferma all’indisponibilita’ a votare la fiducia a qualsiasi governo arriva dal neo capogruppo Crimi: “Non daremo la fiducia a un governo di partiti. Siamo pronti – spiega dal plenum dei neoeletti con Grillo e Casaleggio, nel corso della diretta web – a fare il nostro dovere in Parlamento, l’ordine centrale della democrazia italiana”.

Grillo si guarda bene dal replicare all’aut aut lanciato ieri da Pierluigi Bersani (‘Grillo decida cosa vuole fare o si va tutti a casa’), anche se leggendo le due interviste rilasciate alla stampa straniera, il comico Genovese non lascia spiragli, e ipotizza un governo Pd-Pdl guidato da Corrado Passera: “Sono gia’ d’accordo per mettersi assieme e governare facendo passare il Movimento 5 stelle come irresponsabile. Ma noi saremmo irresponsabili se ci alleassimo con loro”. E ancora: “e’ inammissibile” assicurare stabilita’ al prossimo governo italiano. Lanciandosi in un paragone storico, Grillo spiega: “Sarebbe come se Napoleone si mettesse d’accordo con Wellington”. Intanto anche dal Pdl arriva un avvertimento, rivolto ai democratici: “E’ vero, tocca al Pd la prima parola, ma sono pregati calorosamente di non fare drammaticamente sbattere il Paese contro un muro”, spiega il segretario Angelino Alfano. Ma se Bersani esclude ogni ipotesi di governissimo con il Pdl e va dritto per la sua strada, salvo eventuali cambi di rotta nella direzione di dopodomani che dovra’ esprimersi sulla proposta del segretario, da via dell’Umilta’ si torna a ribadire che non c’e’ alternativa a un esecutivo di larghe intese, altrimenti si deve tornare alle urne. “E’ un momento complicato rispetto al quale tutte le forze politiche sono chiamate a una seria riflessione. Io sono d’accordo con il presidente della Repubblica quando sostiene che occorre garantire la stabilita’ e la governabilita’”, afferma il presidente uscente del Senato, Renato Schifani. Intanto, si continua a ragionare sull’eventualita’ di anticipare la prima seduta del nuovo Parlamento, fissata per legge il 15 marzo. Tra le ipotesi quella di anticipare l’insediamento delle nuove Camere lunedi’ 12.

 

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