Potra’ essere curato con il metodo della Fondazione Stamina, che utilizza cellule staminali, ma non nel laboratorio del professor Davide Vannoni, fondatore della onlus, bloccato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Salvatore Bonavita, 39 anni, affetto da sindrome di Niemann-Pick, per cui il padre Luigi si e’ rivolto alla magistratura.
Il giudice del lavoro Mauro Mollo ha autorizzato le cure compassionevoli, ma in un’altra ‘cell-factory’. Salvatore Bonavita era stato portato dal padre in tribunale con un’ambulanza lo scorso 12 febbraio. Lui e la sorella Erika, per la quale e’ in corso ora l’udienza a Torino, sono affetti dalla sindrome di Niemann-Pick, malattia neurodegenerativa che porta a perdere progressivamente l’uso dei muscoli. Per la donna a gennaio si era gia’ espresso il giudice del lavoro di Torino, Patrizia Visaggi, che aveva stabilito che la ragazza poteva essere curata solo in un centro autorizzato e non con il metodo Stamina. Quella in corso al momento e’ l’udienza di ricorso contro quella sentenza. Nel dispositivo, il giudice Mollo ha dato ragione a Luigi Bonavita, che sostiene che le cure con il metodo Stamina sono le uniche efficaci e poco invasive, riconoscendo cosi’ l’evidenza dei miglioramenti ottenuti da Salvatore in seguito al primo ciclo. Ora, pero’, la famiglia dovra’ cercare un altro centro in grado di somministrare la medesima terapia. Anche la piccola Sofia, che soffre di una malattia neurodegenerativa, potra’ farsi curare con una terapia con cellule staminali in uno dei centri autorizzati dall’Aifa, come assicurato dal ministro della Salute Renato Balduzzi.