L’ex portiere del Flamengo, Bruno Fernandes das Dores de Souza, è stato condannato a 22 anni di carcere per la morte dell’ex amante, Eliza Samudio, sequestrata e uccisa nel giugno 2010. La sentenza è stata emessa in nottata dal tribunale brasiliano di Contagem. Bruno, che rischiava fino a 41 anni, ha ottenuto uno sconto della pena per aver confessato il crimine. Nell’ultima udienza ha infatti ammesso di sapere dall’inizio della morte della ragazza, dalla quale ha avuto un figlio.

Strangolata, squartata e poi data in pasto ai cani rottweiler: sono da film dell’orrore i dettagli della morte di Eliza Samudio, l’ex amante del portiere del Flamengo, Bruno Fernandes das Dores de Souza, in carcere dal luglio del 2010 per la scomparsa della donna. I particolari sono stati rivelati ieri durante l’udienza presso il tribunale brasiliano di Contagem, vicino a Belo Horizonte, dove l’ex atleta – che fin quando giocava era accreditato dai media brasiliani di un futuro da portiere della nazionale brasiliana, anche in vista dei Mondiali casalinghi -, pur negando di essere il mandante ha ammesso per la prima volta che la giovane è stata uccisa.

Sempre con lo sguardo basso, la Bibbia tra le mani e spesso tra le lacrime, Bruno, 28 anni, ha detto ai giudici che il cadavere mai ritrovato della ragazza, da cui ha avuto un figlio, é stato fatto sparire ed ha accusato per il delitto l’amico d’infanzia Luiz Henrique Romao, più conosciuto come ‘Macarrao’. Sarebbe stato lui, con l’aiuto di un ex poliziotto, Marcos Aparecido dos Santos, detto ‘Bola’, a sequestrare Eliza il 10 giugno 2010, condurla in un casolare ed eliminarla. Il tutto per liberare l’amico fraterno di un “incubo”, perché l’ex amante, secondo loro, non voleva lasciare in pace Bruno e minacciava uno scandalo se l’ex portiere non avesse ammesso la loro relazione e non si fosse occupato del bambino avuto insieme a lei.

La versione iniziale di Bruno, che per quasi due anni ha negato di sapere che fine avesse fatto la donna, è così crollata davanti all’evidenza dei fatti e alle pesanti denunce degli inquirenti. Ora, l’ex estremo difensore del Flamengo – che, all’apice della carriera, era quotato come successore di Julio Cesar in nazionale e come probabile convocato della ‘Selecao’ ai Mondiali del 2014 – se dovesse essere ritenuto colpevole, oltre ad aver naturalmente chiuso definitivamente con il mondo del calcio, rischia una condanna a 41 anni di prigione.

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