I costruttori sono stanchi. Chiedono risposte e misure per rilanciare il settore. E avvertono che il decreto per lo sviluppo è l’ultima chance di credibilità per il Governo. E’ un’ultima chiamata quella lanciata dall’assemblea annuale dell’Ance, che ha definito una “presa in giro” l’idea di fare un piano a costo zero.
Un disagio che si è concretizzato anche con una contestazione contro il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli, al quale gli imprenditori hanno gridato “vergogna, basta, andate via”. Al centro delle preoccupazioni dei costruttori c’é il discusso pacchetto per la crescita, che per l’Ance rappresenta una “grande occasione” per rilanciare l’edilizia, “motore fondamentale dell’economia italiana”. “L’assunto che sia possibile un’infrastrutturazione generica di sviluppo a costo zero o è una chimera o è una presa in giro”, ha avvertito il presidente Paolo Buzzetti, ricordando che le risorse ci sono (5 miliardi stanziati per il 2012 nel capitolo Bilancio) e vanno spese.
Due i fronti su cui lavorare: infrastrutture e piano di riqualificazione delle città su cui Buzzetti chiede un “patto sociale” aperto a istituzioni e forze economiche. Il decreto sviluppo è “l’ultimo elemento che diamo di credibilità” al Governo, ha aggiunto il presidente dell’Ance, sottolineando che “il tempo è scaduto” e i costruttori sono pronti a protestare. E un primo assaggio è arrivato già durante l’assemblea di oggi. Il ministro Matteoli che dal palco stava illustrando le misure adottate dal Governo per le infrastrutture, è stato contestato con fischi e grida dalla platea, e alcuni imprenditori si sono anche alzati lasciando la sala. “Non ha dato né risposte né proposte e ci ha confermato che non c’é niente in pentola per il futuro”, ha spiegato Sandro Catalano dell’Ance di Trapani. “Sono abituato a ben altro”, ha risposto il ministro prima di proseguire la sua relazione.
“Questo è lo stato d’animo degli imprenditori in questo momento di scarsità di risorse. Hanno tutta la mia comprensione”, ha poi aggiunto il ministro. Che ai costruttori ha comunque spiegato che per il decreto sviluppo “soldi non ce ne sono: il finanziamento avverrà attraverso la defiscalizzazione”, anche per il Piano città. “Le risorse sono indirette ma sono sempre risorse”, ha aggiunto.