Salta il tavolo di centrosinistra in vista delle elezioni comunali a Maddaloni. Pomo della discordia la scelta del candidato sindaco. All’interpartitico di stasera hanno partecipato Enzo Correra e Salvatore Mataluna (Pd), Giacomo De Angelis (Comunisti italiani), Mimmo Tedesco (Centro democratico) e Gianluca Capalbo (Sel). Già dalle prime battute si è capito che non sarebbe stato possibile trovare l’accordo.
Diversificate e distanti le posizioni tra le forze politiche. Ogni partito ha avanzato la propria proposta e ha indicato nomi e percorsi da seguire. Centro democratico ha caldeggiato la candidatura a sindaco di Bruno Cortese. De Angelis, invece, dopo aver ribadito la richiesta di indire le primarie, ha detto che i Comunisti italiani puntano su Aldo Tagliafierro come aspirante sindaco.
Correra e Mataluna, per conto dei Democratici, hanno rilanciato la candidatura del segretario cittadino Gaetano Esposito (sostenuto anche da Civitas). L’unico a non fare nomi è stato Capalbo, che ha comunicato la volontà di Sel di procedere alle primarie per scegliere il candidato sindaco.
Dopo una serrata discussione, nessuno ha fatto un passo indietro. De Angelis ha cercato di smuovere le acque proponendo di escludere tutti i nomi in campo e puntare su una personalità in grado di mettere tutti d’accordo. Ma le posizioni si sono irrigidite. E di fronte alla fermezza del Pd che, essendo di gran lunga il partito più forte del centrosinistra, ha giustamente rivendicato la leadership della coalizione, Comunisti italiani e Sel hanno abbandonato il tavolo, sbattendo la porta.
Niente accordo, dunque. E strada in salita per la ricomposizione del centrosinistra. A rendere il cammino ancora più ostico ci sarebbe anche il tentativo di qualcuno di giocare sporco o su più tavoli. Non è escluso che il vero obiettivo dei Comunisti italiani sia quello di candidare Cortese che, secondo i piani di De Angelis, potrebbe spuntarla incassando il sì anche di Sel. A quel punto solo il Pd sarebbe contrario, e andrebbe, per così dire, in minoranza.
Ma l’ex deputato ha fatto i conti senza l’oste. Proprio perché in politica i numeri contano, eccome, è impossibile relegare il partito democratico a un ruolo marginale. Così come è impensabile che il Pd possa consegnare agli alleati la testa del segretario cittadino. Sarebbe un suicidio politico.
Mario De Michele