”E ora dove sono i miei accusatori?”. Paolo Becchi, il professore universitario che insieme a Claudio Messora ha ‘lanciato’ per primo l’ipotesi della ‘prorogatio’ del governo Monti rilancia su twitter le parole del presidente Giorgio Napolitano (”Il nostro governo e’ tuttora in carica e non sfiduciato dal parlamento”) e rivendiCa il suo successo.
Non la pensa così il presidente emerito della Corte Costituzionale Francesco Paolo Casavola. “Grillo voleva mettere completamente da parte il problema del governo sostenendo che il Parlamento poteva funzionare lo stesso anche con il vecchio esecutivo, invece la scelta che ha fatto il Presidente della Repubblica ha l’obiettivo di arrivare proprio alla composizione di un governo partendo dall’accordo su un progetto”.
Ad avviso del giurista, “lo sforzo del Quirinale è un modo per non cedere subito le armi con la rinuncia a completare il settennato, e l’essenza del tentativo e’ quella di ribaltare la piramide e provare ad affrontare l’impasse – creata dai veti incrociati delle forze politiche – a partire non dal problema della formazione del governo ma da quello della ricerca della convergenza su alcuni punti”. Per quanto riguarda la formula trovata da Napolitano per dipanare la crisi, per Casavola “non c’è dubbio che si tratta di ‘escogitazioni’ che non hanno il conforto di una prassi costituzionale consolidata. Sono forme di ‘inventiva’.
Si tratta di una scommessa, con buone intenzioni, sulla buona volontà degli altri”. Ma Casavola non e’ ottimista “perché ci sono anche le scommesse sugli interessi di parte, e nel nostro Paese, purtroppo, spesso la ‘fazione’ prevale sull’interesse della nazione”. “Ho l’impressione che le forze politiche – conclude – stiano sottovalutando l’effetto psicologico che questa situazione sta creando negli italiani che penseranno di essere stati chiamati alle urne inutilmente. Le forze politiche dovrebbero capire che, al di la’ dei voti raccolti, hanno tutte un vero mandato a dare un governo al Paese”.