La “battaglia” tra comunità montana del Matese e regione Campania per avere le risorse necessarie non è solo nel negoziato politico- sindacale ma anche nelle aule giudiziarie. La comunità montana del Matese si è giocata anche questa carta nei confronti dell’ente regionale parallelamente al confronto sociale e, fino ad oggi, con esito positivo verso palazzo S.Lucia sede del governo regionale.

L’ente intercomunale matesino ha ottenuto un decreto ingiuntivo dal tribunale civile di Napoli per il pagamento del consistente arretrate di somme pari a poco più di due milioni e seicentomila di euro relativi alle due annualità scorse e quindi le risorse necessarie per adottare il bilancio di previsione 2012  (proprio così !) a causa della impossibilità di coprire la programmazione effettuata. La controversia legale e quindi il contenzioso non è affatto terminato : il primo round contro la regione Campania ha avuto la forma tecnica del decreto ingiuntivo nell’ambito del cosiddetto giudizio monitorio in cui la regione non è stata sentita nella prima fase della vertenza ma la giunta guidata dal presidente Caldoro si è opposta e si è costituita in giudizio (l’udienza di merito è fissata a luglio ).

 

Di fronte a questa mossa di reazione della regione Campania l’ente montano ha dato ancora una volta l’incarico legale al professionista che già sta curando questa delicata pratica pendente nei confronti degli uffici regionali per il riconoscimento delle somme vantate. La comunità montana matesina, come le altre istituzioni di questo tipo, è in fortissima criticità finanziaria e gestionale per la mancanza di fondi tanto che personale amministrativo e baif è senza stipendio da diversi mesi con gravissimi disagi per le famiglie e le comunità locali. Pochi giorni fa a fare il punto sulla situazione è intervennuta con una nota la delegata regionale Daniela Nugnes che segue la questione da poco più di tre mesi .

La novità è rappresentata dal superamento della cosiddetta stabilizzazione delle prestazioni lavorative, regime introdotto da circa 7 anni. “L’accordo raggiunto- veniva rilevato- con le organizzazioni sindacali di categoria, in base al quale vengono ritirati gli emendamenti e se ne presenta uno solo condiviso, con la previsione di uno stanziamento di 60 milioni di euro per la forestazione e il richiamo all’applicazione del CCNL di categoria, inaugura un percorso virtuoso da sostenere con forza. Ora tutti, a partire dalle comunità montane, devono fare la loro parte assumendo impegni responsabili e fattivi.

“E’ opportuno – sottolineava il consigliere delegato al settore – fare chiarezza su quanto è successo nelle ultime ore, anche al fine di superare le troppe polemiche e le facili strumentalizzazioni. “Al di sopra di ogni cosa – dice la Nugnes – ho a cuore gli operai forestali che, però, non hanno colto il rischio che incombe su di loro sul mantenimento del posto di lavoro, considerato che le risorse a disposizione sono di 60 milioni di euro annui. La Regione ha fatto tutto quanto necessario per strappare 180 milioni nel triennio 2012-2014, ora facciano la loro parte le Comunità montane attivandosi e responsabilizzandosi con tutti i necessari interventi, procedure e sostegni a favore dell’attività forestale. “La revoca della stabilizzazione e la diminuzione delle giornate lavorative erano emendamenti studiati e pensati per evitare il rischio di qualsivoglia licenziamento. Abbiamo accolto la condizione posta dai sindacati ed avvieremo subito la trattativa per la riforma del comparto. Ma serve l’assunzione di responsabilità da parte di tutti per individuare soluzioni che diano prospettive certe al settore della forestazione”, conclude la Nugnes.

Michele Martuscelli

 

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