Sì a Napolitano, ma “non ci sono spazi per governissimi”. Lo afferma in una intervista all’Unità Dario Franceschini, sottolineando che Berlusconi resta un “avversario”. “Non si può riproporre qui una Grande Coalizione come in Germania – spiega -. Non ci sono le condizioni per avere in uno stesso governo Bersani, Letta, Berlusconi e Alfano”. “Altro discorso – precisa – è se ci viene richiesta unità e di affrontare i problemi più urgenti. Di fronte a questo non ci si può tirare indietro”.
“Serve un governo e bisogna approvare una nuova legge elettorale prima di tornare a votare”. Per Franceschini una spaccatura ora del Pd “sarebbe soltanto un regalo alla destra. E’ legittimo il confronto nel partito, anche uno scontro, anche che si determini una maggioranza e una minoranza. Ma detto questo, non vedo perché una scelta politica debba automaticamente portare a una scissione”. Tuttavia “é inevitabile che se la maggioranza del partito decide che si vota la fiducia al governo, chi vota contro è fuori”. “E’ incontestabile – aggiunge – che Renzi sia una delle figure di punta, forse in questo momento la principale, su cui investire. Ma naturalmente ciò dovrebbe avvenire nell’ambito di un lavoro di squadra”. Vendola? “Sarà la decima volta negli ultimi dieci anni che sento parlare della costruzione del nuovo partito della sinistra”, “purtroppo devo constatare che quando Sel, di fronte alla scelta condivisa di rieleggere Napolitano, cede alle pressioni della rete piuttosto che a meccanismi di solidarietà e collaborazione e a un accordo che aveva stretto con noi, non offre un buon segnale”.