Almeno otto persone sono state arrestate oggi, tra cui due responsabili di aziende di abbigliamento, in connessione con il crollo del palazzo alla periferia di Dacca, in Bangladesh. Lo riporta l’agenzia di stampa nazionale Bss citando fonti di polizia. Intanto il bilancio della tragedia è salito a 340 morti con il ritrovamento di altri cadaveri sotto le macerie dello stabile di otto piani.

Tra gli individui arrestati, ci sono anche la moglie del proprietario del ‘Rana Plaza’, Mitu Akter, e due ingegneri della municipalità di Savar, Imtemam Hossain e Alam Miah, accusati di aver minimizzato la gravità dei cedimenti registrati dalla struttura dell’edificio all’inizio della settimana. Sono stati prelevati dalle proprie abitazioni in un raid notturno. E’ stato anche detenuto un cugino, Jahangir Hossain, del proprietario del palazzo di otto piani Sohel Rana, un esponente del partito di maggioranza dell’Awami League. L’uomo risulta irreperibile ed è ricercato dalla polizia. il “Rana Plaza” ospitava un centro commerciale, una banca privata e cinque aziende di abbigliamento con circa 3 mila dipendenti.

Tra i superstiti estratti dal palazzo di Dacca c’é anche una donna che ha partorito un bambino mentre era intrappolata sotto le macerie. Lo riferisce l’agenzia di stampa del Bangladesh BSS. Non è dato sapere quali sono le condizioni della madre e del neonato, subito ricoverate in un ospedale. A quattro giorni dalla sciagura, i soccorritori continuano a estrarre persone vive dall’edificio, scavando con le mani, dopo che diversi testimoni hanno sentito urla di persone intrappolate tra le macerie. Il lavoro è reso più difficile oggi dalla pioggia. Da ieri sera almeno 23 persone sono state salvate grazie a dei “tunnel” scavati tra i lastroni di cemento armato. Il Daily Star riferisce che i soccorritori continuano a udire delle voci che chiedono aiuto dal terzo piano dell’edificio. Per raggiungere le persone intrappolate sono state chiamate persone di corporatura minuta in grado di infilarsi tra le fessure dello stabile crollato. Intanto viene “pompato” dell’ossigeno sotto i detriti per garantire aria sufficiente a coloro che sono bloccati. Nella speranza di salvare ancora superstiti, il responsabile dell’esercito (che guida i soccorsi) ha deciso di rinviare l’uso dei bulldozer. L’utilizzo dei macchinari per rimuovere le macerie era, infatti, previsto stamattina, allo scadere delle 72 ore.

 

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