«La Provincia non può essere la camera di compensazione di tutte le amministrazioni e lo strumento di ricatto politico in mano ad una dinastia mancata». Commenta così il consigliere provinciale indipendente Angelo Brancaccio la vicenda della mancata definizione degli assetti definitivi a corso Trieste.
«Evidentemente il presidente Zinzi confonde l’atto di carità politica del Pdl, con qualcos’altro – ha spiegato – non ci sono stati cambiamenti nei rapporti di forza all’interno della maggioranza. Le legittime richieste dei partiti che reggono la maggioranza devono essere esaudite. L’unico dato che emerge con nettezza è il fallimento politico di una famiglia che, alla prova del nove delle ultime elezioni, ha raccolto un risultato imbarazzante che è la fotografia, stavolta reale, dell’indice di gradimento che la popolazione ha nei suoi confronti. Eppure il presidente si permette il lusso di usurare personaggi di primo livello, così come ha già fatto, con un importante primario, mettendo in scena pantomime e teatrini che nulla hanno a che fare con la politica». Brancaccio chiede lo stesso polso duro e lo stesso dinamismo anche per le questioni amministrative. «Perché Zinzi non mette in campo la stessa fermezza quando si tratta di intercettare finanziamenti o accelerare i tempi per la realizzazione di opere sul territorio. Abbiamo delle strade provinciali che sono un colabrodo – ha sottolineato – perché non baratta visibilità con la bonifica della costa domitia o con altri progetti per il miglioramento dell’edilizia scolastica. Perché non usa la stessa parsimonia con il direttore generale al quale ha liquidato altri 54mila euro di recente solo come premio di produzione? Purtroppo queste domande non avranno mai una risposta…».