“In dieci anni avremo 33 mila militari in meno. Sugli F35 il programma è confermato, ci servono strumenti di difesa per garantire la pace”. Lo afferma in una intervista al Messaggero il ministro della Difesa, Mario Mauro, annunciando che non ci sarà il passaggio delle Frecce tricolori il 2 giugno, per la Festa della Repubblica. “Dobbiamo ridurre i costi – spiega – il centro della Festa non sono né la parata né le Frecce.

Il centro è la parola Repubblica e mi piace far capire quanta tensione morale debba esserci in un momento come questo”. Sull’efficienza dello strumento militare, riformato dal governo Monti, Mauro dice che “abbiamo ancora un impegno finanziario eccessivamente addensato sugli stipendi del personale. Oggi oltre il 70 per cento del bilancio se ne va per il personale, meno del 20 per cento per gli investimenti e solo l’8-9 per cento per l’esercizio. Dovremo arrivare a un equilibrio diverso”. E per “favorire l’integrazione delle Forze armate europee” Mauro pensa sia venuto il momento “di fare un Erasmus dell’ufficiale europeo”. Quanto agli F35 “se vogliamo la pace dobbiamo possedere dei sistemi di difesa che ci consentano di neutralizzare i pericoli che possono insorgere in conflitti che magari sono distanti migliaia di chilometri da casa nostra ma che hanno le capacità di coinvolgere il mondo intero e di determinare lutti e povertà”. “Le Forze armate italiane – è il ragionamento del ministro – attraverso l’acquisizione di un jet che nasce da un progetto di ricerca, garantiscono la difesa della pace. E proprio per questo faremo tutti i passi necessari per l’acquisizione degli F35 e per lo sviluppo di questo programma a cui contribuiamo da 20 anni. Gli F35 saranno l’egida della pace e non uno sfizio da toglierci”.

 

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