”Mi auguro che ci possa essere lo sblocco del rinnovo contrattuale dal 2015 ma dipende da come andra’ l’economia del Paese”: lo dice il ministro della P.a., Gianpiero D’Alia confermando quindi di fatto il blocco degli aumenti salariali dei dipendenti pubblici fino a fine 2014. Il blocco nel pubblico impiego fino al 2014, aggiunge il ministro della Funzione pubblica, “non toglie che al tavolo con i sindacati la prossima settimana si possa discutere anche di questo per cercare un percorso che possa introdurre novità sul rinnovo del contratto, possiamo cominciare a discutere della parte normativa”. Le risorse , precisa, “non ci sono” perché il governo ha altre priorità “come lavoro e fisco”.
D’Alia lo ha detto sottolineando la consapevolezza che è “un grosso sacrificio per i dipendenti pubblici ma – aggiunge a margine del ForumPa – fa parte dei sacrifici che stanno facendo tutti gli italiani”. “Io – prosegue il ministro – credo che le riforme importanti nella P.a, si attuano con il consenso e la complicità dei lavoratori. C’è la necessità di aprire un tavolo serio e sereno con i sindacati. Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità. In un momento di ristrettezza economica fare squadra ed essere solidali per migliorare il sistema pubblico significa offrire ai cittadini più servizi ed al Paese una prospettiva di sviluppo.
L’incontro, inizialmente previsto oggi con i sindacati, è saltato solo per “un rinvio tecnico per esigenze sia nostre che dei sindacati”, ha spiegato D’Alia. Oggi, dice il ministro, la Pubblica amministrazione “deve andare nella direzione della efficienza e di un servizio più celere alle famiglie ed alle imprese. Il problema è che abbiamo tante pubbliche amministrazioni che devono lavorare di più insieme e in sinergia”. Tra le priorità il ministro sottolinea “che il futuro è legato alla trasparenza: maggiore trasparenza – dice – significa prevenzione nella lotta alla corruzione e significa più efficienza”. D’Alia sottolinea poi che “abbiamo una P.a. in cui i dipendenti giovani sono pochi, l’organizzazione anche territoriale del settore pubblico non è equilibrata, c’é un deficit di formazione, ma nonostante tutto questo abbiamo grandi professionalità, risorse umane che vanno incentivate e separate da chi invece non ha voglia di far nulla”.