Anche se il Paese intercettasse la ripresa attesa per il 2014, senza mettere in campo misure straordinarie servirebbero 63 anni per tornare (nel 2076) all’occupazione pre-crisi, ai livelli del 2007; e 13 anni per il Pil, mentre non si recuperera’ ”mai” quanto perso dei salari reali. Calcoli della Cgil, che rilancia il pressing per ”un piano del lavoro per la crescita e l’occupazione”.

La priorita’ del governo e’ la ”riduzione delle tasse sul lavoro per creare” nuovi posti, garantisce il premier Enrico Letta. Ed e’ ”per la crescita e l’occupazione non meno che per il risanamento finanziario” che il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, avverte: ”Ognuno deve fare la sua parte, perche’ e’ decisivo l’apporto di tutti”. Parole che accompagnano un nuovo monito, il terzo in pochi giorni, sull’emergenza lavoro: ”Ci si sta, in queste settimane, muovendo seriamente in direzioni nuove anche in Europa, dove ormai si impone all’ordine del giorno come problema numero uno quello del creare occasioni e prospettive di lavoro per vaste masse di giovani che ne sono privi”.

”Viviamo con profonda preoccupazione il protrarsi e l’aggravarsi della recessione, la crisi diffusa, in molti casi drammatica, delle imprese e del lavoro” dice il Presidente della Repubblica che in un messaggio per il 2 giugno sottolinea: ”Diciamo a noi stessi, come alla Ue e al mondo, che a queste difficolta’ non ci pieghiamo, che vi reagiamo convinti di poterle superare. Purche’ scatti uno sforzo straordinario di mobilitazione operosa e di coesione sociale, e insieme un impegno efficace e convergente di governo e Parlamento”. Sul fronte dell’allarme disoccupazione c’e’ l’impegno del governo che, come annunciato dal premier Enrico Letta, punta su misure per incentivare il lavoro dei giovani da varare entro giugno, prima del vertice che affrontera’ il tema a livello europeo, e con l’obiettivo di ridurre ”la disoccupazione giovanile sotto la soglia del 30%” (e’ al 41,9% nel primo trimestre 2013).

Sara’ un piano ”in tre mosse”, ha anticipato il ministro Enrico Giovannini, intervistato da Repubblica: una manutenzione a costo zero della Riforma Fornero per una maggiore fluidita’ del mercato del lavoro, un taglio di tasse e contributi per le assunzioni di giovani ed incentivi per nuove ”imprese giovanili”, il reperimento di risorse anche con l’attivazione di fondi Bei. Sul tavolo, indica il sottosegretario Simona Vicari, l’ipotesi di un credito di imposta di 5 anni per detassare l’assunzione dei giovani, con un focus su piccole imprese e start up. Serve ”una scelta coraggiosa: puntare a creare lavoro”, ma ”non continuare a fare norme”, dice la leader della Cgil, Susanna Camusso, che chiede di ”partire da due riforme: quella dell’istruzione e quella della pubblica amministrazione”.

Applicare il ”Piano del Lavoro” proposto dal sindacato di Corso Italia consentirebbe, calcola la Cgil, di ridurre da 63 a 3 anni i tempi per recuperare il livello occupazionale pre-crisi, e da 13 a 4 anni per tornare a quei livelli di Pil, produttivita’ e investimenti; mentre il livello della retribuzione di fatto media annua lorda potrebbe essere recuperato ”addirittura nel 2014”. Per il leader della Cisl Raffaele Bonanni ”il problema vero e’ reagire”, perche’ ”se non si dovesse reagire, altro che 60 anni, ce ne vorranno 1.600. Gli italiani – dice – hanno dimostrato che quando reagiscono sanno conseguire risultati davvero importanti”.

 

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