“Di fronte alla decisione del Parlamento di aprire un processo di riforme istituzionali e costituzionali, non posso che restare rigorosamente estraneo, preoccupandomi solo di garantire che tale processo si svolga secondo regole corrette e auspicando che non parta da sommarie contrapposizioni pregiudiziali”.
Lo scrive in una lettera all’Unità il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, esortando “a non utilizzare impropriamente interventi pubblici da me svolti in varie occasioni per ‘tirarmi da una parte’ nella disputa in corso tra forze politiche e su organi di stampa”. Il Capo dello Stato scrive al quotidiano dopo la pubblicazione di un articolo dal titolo ‘Quando Napolitano disse no’, nel quale era riportata parte del suo discorso di cinque anni fa per il 60/o anniversario della Costituzione repubblicana. “Non sembrava allora – osserva Napolitano – che stesse per riaccendersi un confronto su ipotesi di semi-presidenzialismo ‘alla francese’, e io tuttavia affermai che anche ‘qualsiasi posizione favorevole a piu’ drastici mutamenti del modello di riferimento alla seconda parte della Costituzione può essere legittimamente sostenutà, ma prospettandone tutte le implicazioni ed incognite”. E “oggi che quel confronto si è riacceso , debbo esortare a non utilizzare impropriamente interventi pubblici da me svolti in varie occasioni”. Quello di garante, aggiunge il Presidente della Repubblica, “é il mio dovere proprio perché sono stato eletto – e, nello scorso aprile, rieletto – Presidente, secondo le modalità sancite nella Costituzione vigente e ad essa ho giurato fedeltà. E dunque fedeltà a un ruolo che i costituenti hanno concepito come proprio di un ‘magistrato di persuasione e di equilibrio’, al di sopra delle parti politiche e rispettoso delle conclusioni cui esse giungono, attraverso il confronto, in Parlamento”.