Blinda il governo delle larghe intese Silvio Berlusconi. All’indomani dell’ipotesi dell’ex segretario del Pd Bersani di una nuova maggioranza in caso di caduta di Letta, il Cavaliere alza un argine. E lo fa plaudendo a quel decreto del fare frutto di un “fatto epocale”: “la collaborazione tra destra e sinistra dopo decenni di contrasti”. Una collaborazione che, rimarca, “potrà e dovrà durare”. IL decreto approvato dal governo, per Berlusconi , è “un grande successo”, dal momento che il provvedimento contiene diverse misure sostenute dal Pdl in campagna elettorale, quelle su Equitalia e sullo sblocco dei cantieri in primis.

Ma ora bisognerà proseguire sulla strada con l’abrogazione dell’Imu e anche con il blocco dell’aumento dell’Iva. Le risorse – dice Berlusconi- “si devono trovare perché non è possibile che su 800 miliardi di costo della macchina dello Stato non si trovino otto miliardi, quattro per l’Imu e quattro per l’Iva”. Ma le parole di Bersani sulla possibile prospettiva di un governo del “cambiamento”, che passi da un’intesa con Sel e con pezzi del Movimento Cinque Stelle, hanno agitato le acque anche in casa Democrat. La tempistica ‘a freddo’ delle dichiarazioni dell’ex segretario rischiano di mettere in difficoltà il governo Letta e di creare ulteriori tensioni con l’ala renziana in vista del congresso del Pd. Tant’é che dal ‘traghettatore’ Epifani ora arriva un segnale di positività e di fiducia per le misure contenute nel decreto del fare: “Vanno nella direzione giusta e meritano apprezzamento, pur in un contesto di ristrettezze finanziare il governo è riuscito a varare misure di semplificazione e di sostegno all’economia”. E per evitare ulteriori scossoni al governo, Epifani definisce il provvedimento approvato in Cdm “un passo in avanti, in attesa che il vertice europeo di questa settimana vari un programma per il lavoro, in particolare giovanile”. Di tutt’altro avviso Roberto Maroni, alle prese con le criticità di un congresso della Lega ‘congelato’. Per lui il decreto del fare è “tanto fumo e poco arrosto”: “a parte il non pignoramento della prima casa che è più di bandiera, c’é solo una cosa positiva, le risorse per le infrastrutture anche in Lombardia. Una lacuna molto grave è invece il mancato sblocco di 37 milioni di euro per le zone terremotate”. Quanto basta per tirare le somme, dal punto di vista politico: dal momento che “Epifani ha detto che se il Governo cade non si torna alle elezioni, vuol dire – osserva Maroni – che ha in mente un governo diverso, con dentro i grillini”. Berlusconi prova a mantenere i nervi saldi e ad abbassare i toni in vista di una decisione giudiziaria – quella della Corte Costituzionale del prossimo 19 giugno sul legittimo impedimento nel processo Mediaset – cui faranno seguito, nel giro di pochi giorni, la sentenza di primo grado del processo Ruby e la discussione in Cassazione della causa civile sul Lodo Mondadori. Quanto tutto ciò inciderà sulla tenuta del governo delle larghe intese? Poco o niente, assicura l’ex Guardasigilli Pdl Francesco Nitto Palma, ora presidente della Commissione Giustizia del Senato. Piuttosto – avverte – “sarà decisivo il rispetto degli impegni firmati nel programma su Imu, tasse e defiscalizzazione del lavoro per i giovani”. E’ questa la nuova frontiera che pone il pdl.

 

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