Annegati mentre tentavano disperatamente di aggrapparsi a una gabbia per l’allevamento di tonni trainata da un motopesca tunisino. Questa la sorte – secondo quanto raccontato dai supersiti – di sette migranti finiti in mare a 85 miglia a sud di Malta. Complessivamente oltre mille migranti partiti dal Nordafrica sono sbarcati tra ieri ed oggi sulle coste siciliane e calabresi. E altre imbarcazioni sono in arrivo. Il bel tempo ed il mare calmo stanno dunque facendo scattare una nuova emergenza immigrazione.

Superlavoro per le navi di Guardia costiera e Marina Militare, soprattutto nel Canale di Sicilia. E il Centro di accoglienza di Lampedusa scoppia: ci sono 540 ospiti a fronte di una capienza di 300. Oggi cinquanta del gruppo dei migranti arrivati negli ultimi giorni sull’isola sono stati trasferiti verso Porto Empedocle da dove verranno smistati nei centri d’accoglienza siciliani. Nei primi cinque mesi dell’anno erano sbarcati 4.391 stranieri. Con gli arrivi di questa metà di giugno il numero complessivo è decisamente salito. La nuova tragedia del mare è stata riferita dai superstiti (circa 95) soccorsi dalla guardia costiera italiana su un gommone, alcuni dei quali hanno parlato addirittura di una decina di vittime. Ma il racconto è ancora al vaglio degli inquirenti che lo valutano con grande cautela per la mancanza di riscontri. Secondo la ricostruzione fatta dai sopravvissuti, i loro compagni sarebbero finiti in mare dopo che l’equipaggio del motopesca ‘Khaked Amir’ aveva tagliato il cavo che trainava la gabbia. Alcuni avrebbero anche tentato di salire sul peschereccio, ma sarebbero stati respinti con la forza. I naufraghi erano stati avvistati poco prima della mezzanotte da un aereo della Marina Militare maltese, in parte ancora sul gommone alla deriva, in parte aggrappati alla gabbia dei tonni. Sul posto era stata dirottata una delle motovedette della Guardia Costiera italiana, impegnate nella notte in diverse operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia, che aveva tratto in salvo i 95 migranti poi trasferiti a Lampedusa. Monsignor Giancarlo Peregeo, direttore della Fondazione Migrantes della Cei, ha auspicato la creazione di “canali umanitari per fuggire da situazioni in Medio Oriente e in Nord Africa”. Al contempo, ha aggiunto, “serve un pattugliamento che accompagni questi migranti nel contesto di una situazione nuova di accoglienza. Questa tragedia spinge a una politica sociale europea che guardi al mondo dei richiedenti asilo e dei rifugiati con più attenzione”. In mattinata motovedette della Guardia Costiera hanno portato a Lampedusa 259 persone tratte in salvo nel Canale di Sicilia in tre distinti interventi, dopo che ieri erano approdati sulle coste siciliane oltre 600 migranti. Nel pomeriggio non si fermata l’attività di soccorso. La nave Sirio della Marina ha prestato assistenza a 60 naufraghi che si trovavano a bordo di un gommone alla deriva a 80 miglia a sud di Lampedusa: sono stati trasbordati su una motovedetta della Guardia Costiera diretta verso l’isola pelagica. Nella stessa area si trova un peschereccio tunisino che aveva assistito in precedenza un gommone con altri naufraghi, localizzato da un’altra motovedetta della Guardia Costiera, mentre un ulteriore gommone con circa 50 migranti a bordo è stato riportato a circa 50 miglia a sud di Lampedusa. E’ stato segnalato infine un altro natante alla deriva con circa 90 persone a bordo partito dalla Libia.

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