PIEDIMONTE MATESE – “L’apertura al pubblico del museo civico “R.Marrocco” è il raggiungimento del primo importante traguardo di una sfida ancora lunga e difficile da vincere che l’amministrazione comunale diPiedimonte Matese ha voluto raccogliere con coraggio e lungimiranza”. Così la direttrice del museo civico del “capoluogo” matesino spiega le aspettative  legate alla riapertura della struttura  parte integrante e perno del complesso monumentale di S.Domenico .

“Ciò nella prospettiva di fare del museo un riferimento importante per la valorizzazione del patrimonio culturale cittadino nello spirito che fu di Raffaele Marrocco che, quasi cento anni addietro, è stato il fondatore di questa istituzione ed  al quale è stata giustamente dedicata. L’acquisizione ed esposizione delle collezioni, l’apertura ordinaria al pubblico delle sale, la dislocazione sul posto di personale comunale, sono la svolta sostanziale dell’inizio della vita del museo; ma, attenzione, questi sono solo i requisiti minimi affinché la struttura possa funzionare.E’ infatti errato- aggiunge la Martino- pensare al museo comead’un istituzione immobile, passiva , autorefenziale, isolata dalla città e dal territorio, magari espressione di campanilismi ormai anacronistici. E’ sbagliato sentire il museo come “luogo per pochi eletti”, come luogo che crea le distanze intellettuali, barriereideali, preconcetti sostanziali.E’ assurdo credere che il rilancio di questaistituzione  avvenga per motu proprio, automaticamente per il solo fatto di esistere.Fuor di retorica è solo la collaborazione tra le forze in campo, politiche amministrative scientifiche, associative ed imprenditoriali che ,se ben armonizzata, calibrata ed indirizzata, può costituire l’humus ideale per la crescita del nostro museo.Daqualche mese a questa parte – prosegue la giovane  direttrice- ho avuto la possibilità di verificare concretamente la proficuità della collaborazione con chi ha ritenuto opportuno avvicinarsi al progetto del museo: persone diverse tra loro, per età, formazione ed idee. Il risultato più bello è stato quello di percepire la piena disponibilità a collaborare; non sono mancati gli scettici: molti di loro hanno però deciso di non fermarsi alla sterile critica ma di fare quel passo avanti , che richiede molta umiltà e che porta a dre “che cosa possiamo fare per portare avanti il progetto?”.  
Per questi motivi  il mio primo ringraziamento si rivolge ai volontari delle associazioni cuore Sannita, cittadinanzattiva, Gupanà Noumenon e G.Galione ed alle singole persone che, spontaneamente, hanno voluto donare il loro tempo e la loro passione.Un sentito grazie desidero rivolgere ad Antonella Santagata e Mena Sansone che mi hanno assistita in tutte le mille necessità operative di questa impegnativa fase preparatoria ed agli studenti e collaboratori del laboratorio di archeologica tardoantica e medioevale dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli che, in tempi rapidi, hanno effettuato una prima schedatura di buona parte del materiale presente nella collezione civica, consentendo l’avvio di un prezioso ed urgente lavoro di studio dell’importante materiale ivi custodito.Non posso dimenticare l’aiuto ricevuto in più circostanze da Pasquale Simonelli e dall’associazione Storica del Medio Volturno , che della memoria e dell’opera di Raffaele e Dante Marrocco sono preziosi ed orgogliosi custodi.Grazie per il sostegno morale e materiale di questi giorni.Tutto questo concorso di energie non sarebbe stato,però possibile se non vi fosse stata la volontà e la regia istituzionale posta in essere dal comune di Piedimonte.Ringrazio perciò il sindaco Vincenzo Cappello , l’assessore Attilio Costarella e tutta l’amministrazione per aver deciso di credere in questo progetto e per il privilegio di avermi coinvolto nella sua realizzazione.Insieme a loro ringrazio i dirigenti e gli impiegati del comune per la disponibilità ed i consigli di cui sono sempre stati prodighi” dice  richiamando l’inaugurazione della sezione del tutto rinnovata del museo il cui allestimento ha permesso il ritorno a casa dopo una lunga odissea di reperti importantissimi per la  conoscenza della storia della nostra città.Grazie perciò a tutti coloro che hanno partecipato al progetto della mostra “gens fortissima italiae” : “N! studio di Roma ed in particolare gli architetti Antonello Stella e Paolo Rossi, che dell’allestimento sono stati rispettivamente ideatori ed esecutori; l’università del Salento con il prof. Gianluca Tagliamonte, il dr.Luciano Maria Rendina ed i loro collaboratori , che ne hanno supervisionato la cura scientifica; le soprintendenze archeologiche di Napoli e della provincia di Salerno Avellino Benevento e Caserta che hanno concesso e facilitato il ritorno dei reperti aPiedimonte Matese; lo studio design e Andrea Bandista che hanno curato la grafica delle didascalie ed il fascicolo illustrativo della mostra. Consentitemi di ringraziare in particolare Giovani Leggiero ed i suoi collaboratori per l’altissima professionalità dimostrata attraverso tutte le fasi realizzative della mostra, che è andata  ben oltre l’incarico assegnato” conclude la Martino ricordando che l’edificio che ospita il museo è legato alla memoria ed opera della famiglia Gaetani D’Aragona che per secoli è stata mecenate e protettrice della cultura”.

 

Michele Martuscelli

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