Al di là delle rassicurazioni verbali dello stesso Silvio Berlusconi e un po’ di tutto il Pdl, Enrico Letta è davvero convinto che il Cavaliere non intenda strappare a causa della sentenza della Consulta. Ovviamente a palazzo Chigi le bocche restano cucite e ci si limita a spiegare che “le sentenze si rispettano non si commentano”.

Allo stesso tempo però si rimarca anche che il presidente del Consiglio, appresa la notizia della decisione della Corte Costituzionale quando da poco era terminato il Consiglio dei ministri, ha reagito senza mostrare alcuna preoccupazione. “Aveva già ricevuto ampie rassicurazioni”, riferisce una fonte parlamentare secondo la quale il primo a confermare che non ci sarebbero state conseguenze sul governo era stato lo stesso vicepremier Angelino Alfano. Sono poi arrivate le dichiarazioni del leader del Pdl, dopo la sentenza, a rafforzare quella che a palazzo Chigi è una convinzione. E cioé che al Cavaliere non convenga rompere ora. A spiegare i motivi un lettiano di lungo corso che non solo ricorda come i sondaggi in questo momento non siano proprio favorevoli al Pdl, ma che sottolinea anche che gli stessi elettori moderati sembrano chiedere a Berlusconi di restare nell’esecutivo per realizzare almeno in parte il programma promesso in campagna elettorale. C’é poi l’impressione, spiega chi conosce bene il presidente del Consiglio, che il Cavaliere sia convinto che stando al governo e mostrando “senso di responsabilità” possa in qualche modo influenzare le sue vicende giudiziarie. E poco importa se ciò sia o meno vero, quello che conta è che ciò gli suggerisce di continuare a sostenere l’esecutivo. Vi sono poi altri due aspetti che rassicurano chi tiene alla durata del governo Letta: il fatto che Berlusconi sa benissimo che anche uscendo dalla maggioranza le elezioni non sarebbero scontate visto che la decisione finale spetterebbe comunque al Quirinale. Infine, spiega un parlamentare del Pd bene informato sugli umori di palazzo Chigi, all’ex premier conviene attendere la sentenza definitiva sul processo Mediaset in parlamento anziché rischiare di trovarsi condannato e interdetto dai pubblici uffici durante la campagna elettorale poiché vi sarebbe il rischio di incandidabilità, mentre da parlamentare si potrebbe ingaggiare una battaglia politica sulla necessità di un voto d’Aula che confermi l’interdizione. Al di là di tutti questi ragionamenti, sintetizza un altro ‘lettiano doc’, una sentenza potenzialmente esplosiva, a parte la dichiarazione di qualche ‘falco’, ha sollevato poche tensioni in una maggioranza che appare ancora compatta. Certo le cose potrebbero cambiare in caso di condanna definitiva e di questo Letta pare perfettamente consapevole. “Sicuramente in quel caso ci sarebbero molte più tensioni e forse anche riflessi sul governo, ma se l’esecutivo continuerà a lavorare e a varare misure concrete è possibile che superi anche quella tempesta”, spiega un parlamentare del Pd.

 

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