Edward Snowden, la talpa dell’Nsagate, continua a rimanere bloccato nell’area transiti dell’aeroporto Sheremetyevo di Mosca. E gli Usa cercano di convincere la Russia a estradarlo. Ci provano in tutti i modi: in poche ore ci ha provato con le buone il segretario di Stato, John Kerry; lo ha ripetuto il Dipartimento di Stato, invitando Mosca a mantenere “la buona collaborazione” degli ultimi mesi; la Casa Bianca ha alzato la voce, ribadendo che c’e’ una “chiara base legale per estradare Snowden”.
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha confermato la presenza del tecnico informatico americano nello scalo, presenza diventata un giallo dopo la mancata partenza per Cuba, e ha assicurato che il suo arrivo e’ stato “del tutto inatteso” per le autorita’ russe. “E’ un uomo libero, prima scegliera’ la sua destinazione finale, meglio sara’ “per la Russia e per lui stesso”, ha affermato il capo del Cremlino, ribadendo che Mosca non ha un accordo di estradizione con gli Usa e auspicando che non vi siano conseguenze nei rapporti con Washington.
Gli Usa da parte loro hanno provato ad abbassare i toni su una vicenda che rischia di riportare a un clima da Guerra Fredda. Da Gedda, in Arabia Saudita, Kerry, ha esortato Mosca a mantenere “la calma” e a non offrire copertura a un traditore. “Farei semplicemente appello alla calma e alla ragionevolezza in un momento in cui non vediamo la necessita’ di alzare il livello dello scontro su qualcosa che, fondamentalmente, e’ cosi’ elementare e normale”, ha detto il capo della diplomazia Usa. “Non cerchiamo lo scontro”, ha aggiunto, “non diamo ordini a nessuno, facciamo solo una richiesta in base a una procedura molto normale”. Prima della Russia, si era ribellata alle accuse americane di coprire un “traditore” del suo Paese anche la Cina, che le aveva definite “infondate” e “inaccettabili” ribadendo che Hong Kong aveva soltanto applicato il diritto nel lasciare partire Snowden. La stampa cinese ha aggiunto che “non si possono tollerare tanta stizza e ostilita’” da parte Usa. L’impressione e’ che si stia arrivando a uno snodo decisivo in un caso che rischia di avere serie ripercussioni diplomatiche. Resta, da vedere, tra l’altro, se Snowden disponga di un documento valido per partire, visto che non ha piu’ il passaporto americano ma forse soltanto un lasciapassare per rifugiati politici rilasciatogli dall’Ecuador. La zona di transito dell’aeroporto moscovita in via di principio consente la permanenza non oltre le ventiquattr’ore senza il visto russo. Lo specifica proprio il sito web dello scalo, spiegando che i passeggeri devono comunque avere il biglietto di volo, con una posto confermato (Snowden era prenotato su un volo dell’Aeroflot, in partenza da Mosca lunedi’ pomeriggio e diretto all’Avana, ma non e’ salito a bordo). Il giovane fuggitivo dovrebbe trovarsi al Vozdushny Express, o Air Express, un hotel all’interno dell’area transito dell’aeroporto al Terminal E. Una stanza dell’albergo costa per una notte 7.600 rubli (circa 176 euro) e anche il website dell’hotel specifica che il massimo consentito e’ di 24 ore, ma poi da’ le indicazioni per pagare eventuali ore extra. Insomma una situazione decisamente ingarbugliata. E non stupisce che da Londra Wikileaks – che ha aiutato Snowden a fuggire da Hong Kong e dovrebbe avere uno dei suoi uomini al fianco del giovane a Mosca- sostenga il tecnico informatico americano rischia di essere costretto a rimanere in Russia “a tempo indefinito” perche’ Washington fa ‘azione di bullismo’ su qualsiasi, eventuale Paese intermediario. Una situazione surreale come quella raccontata nel film del 2004 ‘The Terminal’ diretto da Steven Spielberg con Tomh Hanks, nei panni di un cittadino di una immaginaria ex repubblica sovietica, la Krakozhia, dove per un colpo di Stato avvenuto durante il suo viaggio si ritrova senza un passaporto, ne’ un visto valido, costretto a vivere per mesi nel terminal dell’aeroporto Jfk di New York.