“La sentenza della Corte di cassazione ha sostanzialmente demolito la sentenza di secondo grado” che aveva assolto Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall’omicidio di Meredith kercher e “ha accolto tutti i motivi del ricorso della procura generale”. E’ quanto ha sottolineato, stamani, il procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Perugia, Giovanni Galati, in una conferenza stampa indetta dopo il deposito dei giudici della prima sezione penale della cassazione delle motivazioni con cui, il 26 marzo scorso, hanno annullato con rinvio le assoluzioni pronunciate in appello per Amanda e Raffaele. Sara’ ora la Corte di assise di appello di Firenze ad istruire un nuovo processo.
“Una sentenza che non poteva non essere annullata – ha affermato Galati – perche’ era evidentemente viziata”. Secondo il procuratore generale, nelle motivazioni i giudici della suprema Corte hanno rilevato “l’assoluta inconcretezza delle motivazioni” della sentenza di appello, nonche’ “la costante violazione della legge processuale, il persistente oltraggio alla giurisprudenza costante della Corte di Cassazzione in merito alla valutazione della prova indiziaria, rilevando una superficialita’ estrema nella parcellizzazione degli indizi, senza una valutazione totale”. Toccando alcuni punti delle motivazione della Cassazione, Galati ha sottolineato come per cio’ che concerne la condanna della Knox per il delitto di calunnia “il modus operandi della sentenza di secondo grado viene stigmatizzato come una valutazione dei fatti assolutamente inadeguata”. Scorrendo le varie pagine Galati ha ricordato poi come per quanto riguarda il testimone Curatolo “si dice che la motivazione di appello sull’attendibilita’ della sua testimonianza manca di completezza ed e’ viziata da una non corretta applicazione dei parametri normativi di riferimento”.
Quindi il memoriale di Amanda. “Nelle motivazioni si parla di mancata valorizzazione del memoriale” ha spiegato il procuratore generale e viene sottolineato come i giudici di appello “giustificano in maniera assolutamente non condivisibile la pressione psicologica a cui e’ stata sottoposta la Knox, quando poi in palese contraddittorieta’ si valuta la stessa prova quando si tratta di procedere per la condanna di calunnia”. Tra i punti toccati da Galati anche “la mancata valutazione della sentenza definitiva che e’ stata pronunciata nei confronti di Rudy Guede (condannato per lo stesso delitto a 16 anni di carcere con rito abbreviato ndr)”. “Sentenza – ha detto – che poteva essere acquisita, cosa che non e’ stata fatta”. “Per ogni punto – ha concluso Galati – i giudici di Cassazione definiscono corretto il rilievo del procuratore generale ricorrente”.