“L’Italia è di fronte a un baratro, ma il governo è fermo come un paracarro. Letta, dedito al gioco del Subbuteo, annuncia, annuncia, annuncia. Capitan Findus sembra la versione aggiornata e minimalista della presentatrice televisiva Mariolina Cannuli (che prego di scusarmi per l’irriverente, per lei, confronto)”. Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo, che chiede al governo di adottare “una economia di guerra”.

“C’é una calma piatta – afferma Grillo – come in mare quando non vedi un gabbiano, non c’é un’onda, un refolo di vento prima della tempesta. Che aspettiamo? Siamo falliti e lo neghiamo e affossiamo le imprese con carichi insostenibili come l’aumento dell’anticipo dell’Irap, dell’Ires e dell’Irpef definiti dal ministro dell’Economia Saccomanni ‘Un prestito dei contribuenti che a livello individuale ha un peso molto soft’. Un peso di 2,3 miliardi di euro, soft- soft, una piuma”. “E’ necessaria attuare subito, entro l’autunno -prosegue il leader di M5S – un’economia di guerra”, a partire dal taglio delle province, di “ogni grande opera inutile come la Tav in Val di Susa e l’Expo di Milano”, degli F35, fino al taglio delle pensioni d’oro. Tutte risorse da destinare “alla defiscalizzazione parziale delle piccole e medie imprese, all’introduzione del reddito di cittadinanza e all’abbattimento del debito pubblico”. “Qualcuno obietterà che si vanno ‘a toccare’ diritti acquisiti, come nel caso delle pensioni d’oro – osserva Grillo – I diritti acquisiti non sono contemplati più da un pezzo per gli esodati, per i precari, per chi non prenderà mai la pensione. In un’economia di guerra i diritti acquisiti non esistono più”.

 

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