”Daremo all’Europa tutte le informazioni che vuole”. Barack Obama – sempre piu’ nell’occhio del ciclone per il Datagate – replica alle capitali del Vecchio Continente che lo accusano di spiare i Paesi alleati degli Stati Uniti. E lo fa mettendo in chiaro una cosa: tutti i servizi di intelligence, compresi quelli europei, cercano e raccolgono informazioni sugli alleati. ”E’ un fatto usuale”, per usare le parole del capo della diplomazia Usa, John Kerry. I chiarimenti sul Datagate saranno dati agli alleati europei ”attraverso i normali canali diplomatici, con contatti sia con l’Unione europea sia con i singoli Paesi”, assicura il dipartimento di Stato americano. E sara’ anche cosi’.
Ma da Roma a Parigi, passando per Berlino e Bruxelles, l’ira della Ue per le ultime rivelazioni targate Edward Snowden non si placa, cosi’ come la richiesta di spiegazioni. ”Gli Usa devono chiarire, servono risposte ufficiali”, afferma l’Unione europea. Mentre il primo ministro francese Francois Hollande avverte: ”Gli Usa smettano di spiarci”, o i negoziati per la zona di libero scambio sono a rischio. Il governo della cancelliera Angela Merkel giudica poi ”inaccettabile” l’ipotesi di uno spionaggio economico. Intanto il presidente russo Vladimir Putin ribadisce che Mosca non ha intenzione di estradare nessuno. Anche se avverte Snowden: ”Se vuole restare in Russia deve smetterla di danneggiare i nostri partner americani”. Cosi’, il presidente Usa e’ costretto a difendersi dalla bufera dalla Tanzania, ultima tappa del suo viaggio in Africa. Un viaggio che avrebbe voluto fosse ricordato per episodi altamente simbolici, come la visita all’isola degli schiavi o quella al carcere di Mandela. Invece il suo storico tour e’ inevitabilmente oscurato dal clamore delle notizie diffuse col contagocce dalla ‘talpa’ del Datagate. E l’assenza del presidente da Washington, in queste ore di grande difficolta’ per la sua amministrazione, pesa non poco. ”Gli europei sono stretti alleati degli Stati Uniti, e Washington lavora con loro su qualunque cosa e in qualunque campo, compreso quello che riguarda l’intelligence”, sottolinea Obama da Daar es Salaam. Quindi – sembra voler dire i presidente Usa – nessuno scandalo. E non ci puo’ essere alcuna sorpresa sul fatto che gli Stati Uniti raccolgano informazioni anche sui loro partner. Del resto – aggiunge il presidente – ”tutti i servizi di intelligence, compresi quelli europei, cercano di capire quello che succede nelle varie capitali del mondo attraverso fonti che non siano solo quelle giornalistiche”. Una reazione, quella di Obama, raccolta con una certa freddezza in Europa. Con il primo ministro italiano, Enrico Letta, che parla di ”parole confortanti” a cui pero’ dovranno seguire i chiarimenti richiesti. Ma ad agitare i sonni dell’inquilino della Casa Bianca soprattutto il destino ancora incerto di Snowden – bloccato all’aeroporto internazionale di Mosca – e la possibilita’ che lasci trapelare nuove esplosive rivelazioni. Washington continua a chiederne l’estradizione alle autorita’ russe, nonostante le parole di Putin. Al caso stanno comunque lavorando insieme l’Fbi e i servizi di Mosca (Fsb). La ‘talpa’ avrebbe chiesto asilo politico a ben quindici Paesi, compresa la Russia. Ma la lista non e’ stata divulgata. ”Una mossa disperata”, l’ha definita un funzionario del ministero degli esteri russo, dopo il ‘no’ dell’Ecuador che in un primo momento sembrava voler accogliere l’ex contractor della NSA. ”Non sono un traditore”, ribadisce Snowden nella documentazione in cui chiede asilo: ”Le mie azioni sono dettate solo dal desiderio di aprire gli occhi del mondo”.