Il presidente boliviano, Evo Morales, ha trascorso tutta la notte a Vienna a causa di un atterraggio forzato dopo che vari Paesi europei avevano negato il permesso di sorvolo dei loro rispettivi territori, e questo ha innescato un diffuso malumore in gran parte dell’America Latina. Dopo oltre dieci ore a bordo del suo aereo presidenziale fermo nella capitale austriaca per la mancanza di autorizzazione di vari paesi (l’ultimo a concederla e’ stata la Spagna), Morales si e’ chiesto – visibilmente stanco ma di buon umore – se fosse stato sequestrato o arrestato. Ufficialmente i permessi sono stati ritirati per “ragioni tecniche”, ma poi si e’ saputa la verita’: il sospetto che a bordo ci fosse l’ex analista della Cia, Edward Snowden, ricercato dagli Stati Uniti, per fuggire dalla Russia dove si trova fermo da una decina di giorni.
E’ stato il Portogallo, secondo fonti boliviane, il primo a proibire all’aereo di fare scalo, mentre la Francia e l’Italia hanno vietato di sorvolare il proprio territorio, mentre la Spagna ha inizialmente solo permesso di fare scalo alle Canarie per fare rifornimento. Alle 9 ora locale, secondo quanto raccontato a Vienna dal ministro boliviano della Difesa, Ruben Saavedra, tutti i Paesi avevano concesso il permesso all’aereo presidenziale e rimaneva in sospeso ancora solo quello spagnolo. Lo stesso Morales, che a Mosca aveva partecipato a un forum dei Paesi esportatori di gas, ha smentito seccamente che Snowden si trovasse a bordo: “Non lo abbiamo proprio visto (a Mosca)” e “non e’ stato mai” argomento di conversazione con le autorita’ russe. Poi anche l’Austria ha escluso che Snowden fosse a bordo dell’aereo presidenziale: il portavoce del ministero dell’Interno, Karl-Heinz Grundboeck, ha spiegato che erano stati controllati i passaporti ma anche che nessun estraneo era salito a bordo perche’ avevano ricevuto le garanzie da Morales e dal ministro dell Difesa (del resto lo avrebbe proibito il diritto internazionale). Saavedra ha pero’ accusato esplicitamente gli Usa di aver orchestrato l’incidente, che ha causato grave irritazione tra i governi socialisti dell’America Latina. “E’ stato orchestrato, preparato dal Dipartimento di Stato, che utilizzando alcuni Paesi europei ha provocato questa situazione”, ha dichiarato a Vienna. E ha aggiunto che la mancanza di permesso di transito, comunicata in pieno volo, ha messo “a serio rischio” la vita del presidente boliviano. “Quello che vediamo e’ un atteggiamento di superbia e umiliazione da parte del governo Usa”, che ha utilizzato i Paesi europei, ha denunciato il ministro. Alle 6 di mattina, Morales ha raccontato di aver ricevuto le telefonate dei vari presidenti sudamericani. l’argentina Cristina Fernandez de Kirchner, l’ecuadoriano Rafael Correa, il venezuelano Nicolas Maduro. “Mi ha chiamato due volte Cristina, con proposte legali, basate sui trattati internazionali, specialmente dell’Aja. Mi ha chiamato due volte Correa, molto preoccupato. Correa sta valutando se ritirare gli ambasciatori nei Paesi dell’Alba (i Paesi che hanno negato il sorvolo all’aereo). Mi ha chiamato anche il presidente Maduro, preoccupato e cercando le vie legali per mettere fine a questo fermo o sequestro”. Morales si trova nella zona vip dell’aeroporto di Vienna dalla mezzanotte.