CASERTA – Il lavoro non si tocca! Con questo slogan, noi Giovani Democratici della provincia di Caserta, scenderemo in strada al fianco dei lavoratori dell’ “Indesit” questo Giovedì 4 Luglio. Quello che chiediamo è che venga garantito il diritto al lavoro, previsto sin dal primo articolo della nostra costituzione; troviamo inaccettabile che la produzione venga, all’improvviso, spostata in zone del mondo dove il costo della manodopera è più basso e dove i lavoratori godono di meno diritti e protezione sociale.
La logica è sempre quella della becera massimizzazione del profitto; alla chiusura delle fabbriche a Carinaro e Teverola seguirà l’apertura di identiche strutture in Turchia e nell’Europa dell’est. Tutto ciò dimostra che non è la crisi il fattore determinante della decisione ma il mero ragionamento opportunistico dei vertici aziendali, cinici e insensibili nel voler recidere un legame con la nostra terra che andava avanti da più di trent’anni. La nostra paura principale è che dopo l’ “Indesit” si verifichi una vera e propria desertificazione industriale, che colpisca al cuore la già fragile economia della nostra terra. La possibilità che altre imprese, soprattutto quelle globalizzate, possano emulare l’ “Indesit” infatti non appare assolutamente remota e rappresenta una seria minaccia alla nostra terra. Sono già oltre 40 le aziende piccole e medie che nella nostra regione chiudono i battenti ogni giorno. In questo clima disperato, il silenzio della politica è troppo assordante.
Anche per questo, abbiamo deciso di fare il primo passo, sperando che il partito provinciale rinsavisca e ci segua, nonché confidando nello spirito partecipativo di chi si riconosce a sinistra e dalla parte degli operai, che in questi momenti stanno vivendo ore concitatissime ed a cui va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà.
Non mancheremo di far sentire la nostra presenza per tutti i lavoratori che si trovano in condizioni difficili e soprattutto ai lavoratori che si trovano nella giungla dei contratti a tempo determinato o peggio ancora, in stato di lavoro non regolarizzato.